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VIGGIANO – Il “volto”, o meglio, l’aspetto estetico del Centro Olio si “tinge” e si “colora” di arte. Una nuova carta d’identità che parte dalla «valorizzazione delle specificità del territorio e dal sostegno alle vocazioni locali» che Eni ha avviato insieme ad uno studio di architettura del paesaggio di fama europea, “Land” di Milano, dell’architetto Andreas Kipar. Un progetto di valorizzazione paesaggistica, che è stato presentato dalla compagnia petrolifera nel corso di una conferenza stampa, svoltosi ieri pomeriggio, nell’ area direzionale dell’impianto petrolifero situato nella zona industriale di Viggiano.

L’opera sperimentata per la prima volta in Val d’Agri da parte di Eni, nasce dalla consapevolezza che l’impianto industriale possa dare nuova forma fisica al luogo e al contesto nel quale è inserito, puntando alla creazione di un nuovo ecosistema produttivo, un simbolo di convivenza tra industria e ambiente.

Due realtà a confronto: la vita interna al Cova, portatrice di un paesaggio culturale produttivo, e la vita esterna, parte di un paesaggio naturale contemplativo; mondi ideali che vivono realtà diverse, separate da un muro che diventa occasione di riscoperta, trasformandosi in tramite e strumento di dialogo. Il piano di inserimento paesaggistico dell’impianto elaborato da Eni e Land, come ha spiegato nel corso della conferenza stampa, la responsabile della Salute, Sicurezza e Ambiente del Dime, Roberta Angelini, «prevede otto diversi ambiti di intervento da sviluppare nell’arco dei prossimi tre anni: muro esterni, verde interno ed esterno, serbatoi di stoccaggio, percorsi interni, edifici, ingresso e parcheggio e illuminotecnica. La prima fase dell’attività contempla il completamento di tre ambiti di intervento, verde interno ed esterno del Cova e muro di recinzione».

E a ripensare all’espressione del muro perimetrale del Centro Olio, è il grande artista messicano Raymundo Sesma, coinvolto in prima persona, che ha dato l’avvio alle attività del “Miglio Artistico”, un’autentica opera d’arte. I lavori che sono già partiti da qualche giorno si possono già contemplare i colori all’esterno: dal giallo, al nero, al grigio che affermano l’identità dell’impianto all’interno della Valle senza negarla. Una nuova forma di convivenza tra industria e ambiente. Insieme all’artista, «sono stati coinvolti – ha aggiunto la Angelini – anche sei neolaureati, tramite l’attivazione di un programma di tirocini con l’Università della Basilicata».

Elemento fondamentale del progetto come palestra formativa per le giovani generazioni lucane. I neolaureati seguiranno la realizzazione dell’opera, contribuendo con le proprie mani. Nel dettaglio, gli stage avranno una durata di tre mesi con retribuzione, vitto e alloggio. Oltre all’impiego di altre risorse proveniente dalle imprese che interverranno nei lavori. Insomma un intervento per «mitigare l’impatto visivo – ha evidenziato l’architetto Antonella Amelina dell’Ufficio tecnico del Comune di Viggiano – che fu pensato di inserire come prescrizione nell’avvio della quinta linea dell’impianto. Una richiesta fatta dall’amministrazione Alberti e valutata poi dalla commissione edilizia presieduta da Lavella, per creare un macroattrattore dal punto vista artistico e di richiamo anche turistico, in un’area antropica».

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