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VIBO VALENTIA – Il clan Tripodi, gli agganci con la politica romana e con la massoneria. Sono stati questi gli argomenti affrontati questa mattina dal capitano Giovanni Migliavacca, del Ros dei carabinieri di Catanzaro, al processo “Lybra” che vede alla sbarra i componenti della consorteria di Vibo Marina, accusati di associazione mafiosa, appalti truccati, ed altro. 

Rispondendo alle domande del pm distrettuale Pierpaolo Bruni, l’ufficiale dell’Arma ha riferito come l’impresa Edilsud, formalmente intestata a Francesco Comerci, fosse in realtà in capo a Nicola Tripodi, considerato il vertice della consorteria. Società con sede a Roma, attiva nel settore dell’edilizia, è stata «il cavallo di Troia con il quale Tripodi ha rafforzato il proprio potere e i propri contatti nella Capitale cercando delle entrature nella campagna elettorale per le regionali del 2010». 
MIgliavacca ha evidenziato come Francesco Comerci e Marica Tripodi partecipassero “a cene elettorali organizzate dal politico Raffaele D’Ambrosio, al tempo vice presidente della Regione Lazio. Sempre Comerci aveva mantenuto contatti anche con Vincenzo Maruccio. (Idv), coinvolto nello scandalo dei fondi ai gruppi alla Regione”. 
In più nel corso di un controllo i carabinieri della Stazione hanno notato sempre «Comerci, Guido Della Giacoma, (amministratore dell’impresa Medialink srl, oggetto di estorsione da parte del clan), Mario Festa e Annunziato Grasso (commercialista della Edilsud) accedere all’interno di palazzo Marini, una delle sedi del Senato della Repubblica per avere un incontro, si desume, con Giulio Violati», rappresentante legale delle società Seven Dream Productions Srl e Multimedia Group Srl, entrambe con sede a Roma e attive nel settore della produzione cinematografica, nonché marito dell’attrice Maria Grazia Cucinotta, ritenuto ben inserito nei piani alti della politica, come dimostra un’analisi svolta dalla Guardia di Finanza, che ha setacciato i contributi da questi ricevuti negli anni. 
«Tutte queste circostanze – ha aggiunto Migliavacca – testimoniano l’interesse della famiglia Tripodi per la politica romana». Il capitano del Ros ha parlato, inoltre, dei contatti degli imputati con logge massoniche, specialmente con quella di Paolo Coraci, originario di Messina, fondatore o appartenente loggia massonica con sede a Roma “Liberi e forti”. «Si trattava di incontri finalizzati ad avere cointeressenze nel campo dell’edilizia».
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