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di ANTONIO NICASTRO
IN questi giorni l’opinione pubblica lucana è scatenata nel commentare la notizia dell’imminente consegna della “card – carburante” da parte di Poste italiane, sui giornali, nella rete, per strada non si parla d’altro. La promessa, o forse è meglio definire minaccia che i nostri prodi parlamentari del Pdl, fatta in campagna elettorale, si concretizza, ma è il classico caso della montagna che partorisce il topolino. Il risarcimento ai lucani per le devastazioni ambientali causate dalle massicce trivellazioni si è concretizzato in ulteriore 3 per cento di royalties che si sono sommate al misero 7 derivante dall’accordo fra Stato, Regione e compagnie petrolifere. Il governo, alla faccia del federalismo sbandierato di qua e di la, ha deciso di “rimborsare” i lucani con metodo che non è sbagliato definire a “pene di segugio” inventandosi un rimborso per i soli patentati residenti in Basilicata e discriminando in maniera vergognosa i lucani che non possono permettersi un mezzo di trasporto, gli anziani (forse i più bisognosi di un incentivo) i disabili. Volendo sorvolare sull’entità del “rimborso”, pare circa 90 euro, c’è da sputtanare quelli del centrodestra per la faccia tosta con cui enfatizzano la regalia dimenticandosi della promessa di dimezzare il prezzo dei carburanti fatta con ogni mezzo mediatico nel corso della campagna elettorale per le elezioni politiche del 2008 arrivando a dichiarare che con questa concessione la Basilicata sarebbe diventata la Svizzera del Sud! Come se i 33 milioni di euro, questo l’importo complessivo destinato ai lucani, rivenienti da questa manovra avrebbero cambiato le sorti della Basilicata! Vergognoso esempio di populismo di bassa lega ed ancor più vergognosa enfatizzazione da parte di Viceconte, Taddei e Latronico e di alcuni esponenti locali del Pdl dell’iniziativa del Governo, si ha notizia di un sms fatto pervenire ai fedelissimi del partito di Berlusconi con cui s’annuncia in pompa magna quello che viene ritenuto un grosso favore ai lucani! Se davvero volevano dare una mano ai lucani sarebbe stato più giusto trasferire quei 33 milioni alla Regione che avrebbe sicuramente trovato un altro modo di distribuirli, magari scegliendo di realizzare una infrastruttura che avrebbe potuto contribuire ad attrarre qualche azienda dalle nostre parti. Ad aggravare le cose la scellerata scelta di incaricare le Poste per la distribuzione della card del circuito Mastercard, per far ciò pare che il 30 per cento della somma a disposizione dei lucani si spenderà in commissioni a favore di Poste italiane, l’affare quindi lo fa solamente l’ex monopolista postale oggi trasformatosi in una società tuttofare che trascura senza pudore gli utenti impegnato com’è a lucrare nelle tante attività che hanno affiancato e reso marginale il servizio postale. Oggi Poste italiane sono una banca, un gestore telefonico, un supermercato e da poco pure venditore di gratta e vinci. Mi meraviglio che l’Autority per la concorrenza non ponga un freno alle attività di Poste italiane, una società che dispone di un “punto vendita” nella quasi totalità dei comuni italiani e, soprattutto nei piccoli centri, quelli che ancora non sono stati abbandonati perché ritenuti poco remunerativi, dove hanno carta bianca per lucrare su tutte le attività ritenute strategiche per il loro business e trascurando spudoratamente di mantenere ad uno standard accettabile il servizio postale, il tutto in barba alle norme che vorrebbero favorire la concorrenza!!!! In Basilicata da qualche anno fioccano le lamentele per come viene gestito il servizio postale, ci sono piccoli centri dove la corrispondenza non viene distribuita quando il postino si ammala o va in ferie creando disagi enormi e danni economici non di poco conto, si pensi alle utenze pagate in ritardo ed alle conseguenze per tanti sfortunati utenti. Gli sportelli di quasi tutte le sedi sono perennemente affollati e per ritirare la pensione, fare una raccomandata o pagare una bolletta spesso ci vuole l’intera mattinata per non parlare dei frequenti black out informatici che hanno bloccato gli sportelli per molti giorni.. Per farla breve Poste italiane è un pessimo erogatore di servizi che non ha cura del cliente ma solo dei propri interessi. Per questo motivo è inquietante che il Governo abbia scelto proprio Poste italiane per la distribuzione della card. Sono bastati pochi giorni di affluenza da parte di chi voleva consegnare la documentazione per avere la card che il sistema è collassato del tutto. In queste torride giornate di luglio non è piacevole frequentare gli uffici postali in Basilicata e già fioccano vibrate protesta da tutti i territori. Non oso immaginare cosa succederà quando gli sportelli funzioneranno con personale ridotto per le ferie che necessariamente saranno concesse agli operatori agli sportelli. Si potevano scegliere tanti modi per distribuire le somme ai patentati lucani, bastava procurarsi gli elenchi ed i recapiti degli aventi diritto presso la Motorizzazione civile e far pervenire un assegno circolare, si sarebbero risparmiati un sacco di soldi e si sarebbe evitato un disagio enorme ai patentati lucani. Restano i dubbi e le perplessità di questa infelice scelta ma i ben informati dicono che sia stata una mossa politica per favorire Poste Italiane (che intrattiene accordi commerciali con Mediolanum di proprietà di un certo Berlusconi) e Master Card. Un tipico caso di provvedimento ad “aziendam”, pratica molto in uso dell’attuale Governo. Quanti lucani se la sentiranno di affrontare gli immani disagi, le insidie, le trappole di un ufficio postale? Perché è stato reso obbligatorio che la pratica debba essere presentata personalmente dal richiedente il beneficio? Come dire, vuoi il sostanzioso regalo? Allora devi soffrire.. Si spera che qualcuno intervenga per cambiare queste assurde e vessatorie prescrizioni, si faccia in modo che l’utente possa semplicemente consegnare la domanda allo sportello ricevendo un timbro quale ricevuta e che i dati nel sistema informatico vengano inseriti in back office, si provveda ad assumere qualche disoccupato in considerazione degli enormi guadagni che Poste Italiane ricava per il favore ricevuto dal Governo. Si ritiene che saranno tanti i lucani che non vorranno passare sotto queste forche caudine, molti pure coloro che non potranno farlo perché impegnati, per studio o lavoro, fuori regione per cui molta parte di quei 33 milioni di euro resteranno nelle casse dello Stato… sembra tutto organizzato per scoraggiare le genti lucane dal ritirare quei 90 euro. Come si vede il petrolio ai lucani porta solo danni, in 12 anni di estrazioni la Basilicata non ha avuto benefici tangibili tant’è vero che siamo diventati la regione più povera d’Italia, che stiamo perdendo abitanti e l’intera generazione dei giovani dai vent’anni in su è persa per la biblica emigrazione in cerca di lavoro altrove. Però dalle estrazioni ci resta la devastazione dei territori, l’inquinamento soprattutto delle falde acquifere, i problemi sanitari che interessano chi a contatto con le trivelle ci vive troppo vicino. Invece di porre un freno per tutelare la salute dei lucani i politici lucani che cosa fanno? Si accordano col Governo, in cambio di piatto di lenticchie, servito come sopra detto, si apprestano a concedere l’autorizzazione a spertugiare nuovi territori. Siamo un popolo di cornuti volontari per decisione di chi ci rapprenta.

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