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di PIETRO MANCINI
La tragedia di un uomo ridicolo” fu un film che Bernardo Bertolucci diresse nel 1981. Presentato in concorso al Festival di Cannes, valse all’indimenticabile Ugo Tognazzi il premio per la migliore interpretazione maschile. Possiamo prendere in prestito il titolo di quel filmone d’antan per commentare la incredibile vicenda di “Capitan codardo”, ritenuto il maggiore responsabile della catastrofe della “Costa Concordia”. Ma già spedito agli arresti domiciliari, con una decisione affrettata e sconcertante, dal gip di Grosseto. Familismo amorale, incompetenza, mediocrità, fuga dalle proprie responsabilità. Questo Schettino, insomma, ci appare come un don Abbondio del mare. Non ha dimostrato neppure un briciolo di coraggio, nelle fasi più drammatiche del naufragio. “Che fa, comandante, va a casa ?”: persino l’angoscioso e sarcastico interrogativo, rivoltogli, via radio, dal responsabile della Capitaneria di Porto di Livorno, Gregorio Maria De Falco, non lo ha richiamato al senso del dovere. E, mentre il capitano di Fregata aveva capito, subito, la portata della tragedia, richiamando, con voce alterata, l’ufficiale fellone alle sue responsabilità, Schettino provvedeva solo a completare il suo umiliante e vergognoso 8 settembre, rintanandosi in un albergo. L’ex comandante, oltre che a Tognazzi, somiglia a tanti italianuzzi, portati sullo schermo da un altro grande, e rimpianto, attore del nostro cinema: Albertone Sordi. Figurine patetiche, incolte, mediocri ma presuntuose, pronte ad abusare dei propri poteri per soddisfare i loro desideri e, tenendo famiglia, dei propri cari, ricambiando piccoli e grandi favori. Bulli e spacconi al bar, generosi con i sodali, ma incapaci nelle proprie attività. Con un’aggravante, tragica: stavolta, per colpa di un maldestro tentativo di saluto dell’ufficiale al maitre della nave da crociera, ci sono scappati troppi morti. Sollecitando non pochi interrogativi: com’è stato possibile che il destino di 4229 persone sia rimasto, per ore, nelle mani di un comandante irresponsabile? Cosa non ha funzionato, non solo sulla nave, ma anche a terra, nella catena di controllo? Purtroppo, non solo sulle navi, ma nei settori più diversi, fanno carriera e ascendono a posti di responsabilità personaggi alla Schettino. Concordiamo con il giudizio, formulato da Travaglio che, dopo aver espresso critiche sulle scelte dei dirigenti di “Casta Crociere”, ha aggiunto: “Il comandante? Il tipico fesso, che si crede furbo, ganzo, fico. Il bullo, abbronzato, con i ricci impomatati e i Ray-ban neri, che conosce le regole e le rotte, ma è abituato ad aggirarle, a smussarle”. Mentre coloro i quali, come il capitano De Falco, rispettano le regole e sono guidati dalla ricerca del bene comune e dagli interessi della collettività, e non intendono fare “inchini” all’amico, al parente o al compare, vengono considerati quasi degli alieni e dei rompiscatole. E, non di rado, emarginati o esautorati. Se, dalla catastrofe dell’Isola del Giglio, evitabile -ed è la cosa che fa più rabbia, in primis ai parenti delle vittime – spostiamo i riflettori sulla nave Italia, ci accorgiamo che, in questa fase di emergenza economica, anche la navigazione del bastimento-Paese non procede con il vento in poppa. Da buon partenopeo, Giorgio Napolitano, dopo essersi affidato a un governo- con tanti ottimi ministri e qualche “esperto” in acquisti superscontati di casone di pregio e di vacanze a sbafo -fa gli scongiuri. Il capo dello Stato, grande ammiratore del mitico Eduardo de Filippo, si augura, come tutti i concittadini, che passi, presto, la nottata. E che l’austero nocchiero, a cui ha affidato la guida del vascello-governo, si riveli molto più capace e affidabile del “Capitan codardo” della “Costa Concordia”. E che, come nella gelida notte della catastrofe, nella navigazione, sinora non entusiasmante, dell’esecutivo del dopo-Berlusconi, non subentri….il temuto “Rigor…. Montis”. Tuttavia, quando non si seguono le rotte, indicate dai codici della navigazione e dagli elettori, i naufragi, non sempre, si possono evitare, sperando nell’italico stellone… Auguriamoci che il Professore della Bocconi, non proprio il ritratto della allegria e dell’ottimismo, non vada ad annunciare, mestamente, nel salotto tv dell’immarcescibile Bruno Vespa :”Cari connazionali, l’operazione (cioè la cacciata dell’odiato Cavaliere, la manovra, con annessa stangatona e pesanti sacrifici al Sud) è riuscita. Ma il paziente-Italia è passato a miglior vita…”.

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