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di NINO ZUMBO*
Dopo tantissimi anni che il ministro Tremonti è al governo del Paese, si è degnato di venire in Calabria, viaggiando in treno e di ritorno in pullman, in compagnia dei segretari nazionali della CISL e della UIL, con l’obiettivo di verificare lo stato di degrado in cui versano l’infrastruttura e i servizi ferroviari, e i lavori di ammodernamento dell’A3. Si tratta di un viaggio istituzionale, non privato che meriterebbe di essere condiviso almeno con i rappresentanti delle altre organizzazioni sindacali e imprenditoriali (CGIL, UGL e CONFINDUSTRIA), per poi discutere nel merito dei problemi riscontrati e individuare le soluzioni. Ma il modo di come agisce il ministro Tremonti è del tutto inusuale e sorprendente, fuori dalle regole. Perché discute solo con chi è amico del Governo ed evita chi potrebbe avere visioni e modi di pensare diversi. Inoltre, il ministro Tremonti e il Governo, prima di questo viaggio esploratore, con l’ultima finanziaria hanno tagliato pesantemente le risorse finanziarie a favore del mezzogiorno e della Calabria, come i Fondi per le Aree Sottoutilizzate (FAS), che sono, sempre di più, trasferite per la realizzazione delle infrastrutture nel Nord del Paese. Il Ministro Tremonti per giustificare la scelta dei tagli alle risorse aveva accusato la classe politica e dirigente meridionale di “cialtroneria” in merito alla capacità di spesa delle Regioni convergenza sui Fondi Strutturali 2007-2013 e precisamente nel triennio 2007-2009, quando poi, nei fatti, la spesa dei ministeri è pari a quella delle regioni. Durante il viaggio in Calabria, il ministro Tremonti, inventa un’altra scusante, affermando che l’arretratezza delle infrastrutture e dei servizi di trasporto è dovuta all’incapacità della classe politica che ripropone la realizzazione di piccoli lavori, anziché puntare sulle grandi opere infrastrutturali. Il Governo prima si è costruito l’alibi di fare arrivare meno risorse finanziarie nel mezzogiorno e in Calabria e ora, forse, sta costruendo un altro alibi per trasferire risorse per le grandi opere come il ponte di Messina e di altre da realizzare, magari, nel Nord del Paese. Onorevole Ministro, è sbagliato questo modo di governare che nel Sud e in Calabria permetterà ai moscerini di continuare a essere più veloci dei treni e di non completare neanche le grandi opere infrastrutturali come l’A3 e la SS 106. A questa situazione di degrado dei servizi di trasporto hanno contribuito anche le recenti scelte di ridurre le risorse finanziarie per il contratto di servizio del trasporto ferroviario a lunga percorrenza, determinando la cancellazione di numerosi treni da e per il Nord del Paese e il consistente taglio di 3,5 miliardi di euro per il Trasporto Pubblico Locale che in Calabria è già ridotto ad un ruolo marginale. Inoltre, forse perché l’interesse è soprattutto nel Mezzogiorno, il Governo non ha riformato l’ordinamento portuale per favorire il transchipment e non ha ridotto la tassa di ancoraggio per mettere il porto di Gioia Tauro nelle condizioni di affrontare la competitività con i porti del Nord Africa. Possono il ministro e i due segretari generali di CISL e UIL, oggi, dopo tutte le scelte negative di questi anni, pensare di affrontare i gravi problemi delle infrastrutture e dei servizi di trasporto attraverso un viaggio esploratore in treno e in pullman? Intanto, i ritardi e le disfunzioni li pagano le imprese calabresi che sono costrette a sostenere consistenti costi esterni che incideranno pesantemente sulla mobilità dei prodotti, abbassando la loro capacità competitiva e i cittadini calabresi che, oltre ai gravi disagi, sono costretti a sostenere maggiori costi per la mobilità che in ambito regionale si stanno sempre più sviluppando attraverso i mezzi privati. E’ ora di avere una vera politica infrastrutturale e dei servizi nel settore dei trasporti decidendo le giuste politiche attraverso l’aggiornamento dei rispettivi piani dei trasporti nazionali e della Calabria, al fine di creare sinergie fra i diversi vettori di trasporto e realizzare la spesa e gli interventi, specie nella fase di crisi che stiamo attraversando, all’interno della programmazione che deve indicare le priorità per ottenere i migliori vantaggi possibili per il sistema nazionale e regionale dei trasporti. I processi in atto attivati dal Governo pongono le basi per un ulteriore arretramento del Mezzogiorno e della Calabria e non portano alla crescita del sistema Paese. Anzi sarà un Paese bloccato con forti negatività anche per le regioni del Nord, perché non vengono, ancora una volta, utilizzate le risorse e le potenzialità di un’area importante come il Mezzogiorno. E’ su questi aspetti che il ministro Tremonti, la Lega Nord e il Governo dovrebbero confrontarsi evitando di fare gli esploratori. Infine, è da scongiurare l’eventualità che il viaggio esplorativo in Calabria si riduca alla probabile decisione di finanziare, con poche risorse, solo lo studio di fattibilità dell’alta velocità e non la sua realizzazione.
*coordinatore regionale
di Slega la Calabria

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