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MORANO CALABRO (CS) – Contro la caccia selettiva per il controllo del numero di esemplari in eccesso, il Comune di Morano ha approvato, in palese polemica col Parco, il divieto di caccia assoluto nei boschi del del Pollino che rientrano nei suoi confini comunali. «Una misura di salvaguardia obbligata – si legge in un comunicato dell’assessore Giannatale Tramaglino – per difendere il diritto di convivenza tra ambiente e cittadini del Pollino. Lente Parco – sostiene l’assessore – ha invece concesso la caccia selettiva con palese e spregiudicata incoerenza, nelle Zone di Protezione Speciale e nei Sit di Importanza Comunitaria, offendendo di fatto la Direttiva Habitat che invece impone la massima tutela. La legge è uguale per tutti, ma – secondo il Comune – non per il presidente Mimmo Pappaterra, che da un lato prescrive norme di custodia verso cittadini, imprenditori e turisti, dall’altra, autorizza battute di caccia di piccoli eserciti di selettori, il tutto coordinato da un piano cinghiale pensato con logiche militari. Nessuno deve conoscere i risultati reali della caccia selettiva, devono rimanere segreti persino ai Comuni che fanno parte della Comunità. Infatti, dopo quasi un anno dalla legittima richiesta di conoscere il parere vincolante dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale, sul piano cinghiale, stiamo ancora aspettando la risposta. Come anche nessuna considerazione di replicare le virtuose esperienze delle aziende venatorie autogestite, dove i cacciatori che vivono quotidianamente il territorio riescono ad arginare il problema dei danni da fauna, nel pieno rispetto della legge, è ancora pervenuta». 

Il presidente dell’ente Parco, da Roma, dove in queste ore è impegnato in un incontro con Ministro dell’Ambiente sulla biodiversità, ha replicato che il “Piano cinghiale” messo in atto dal Parco sotto la supervisione dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale e l’accordo di tutti gli enti preposti, è una delle migliori prassi messe in campo per il controllo del problema. L’ente – ha fatto sapere Pappaterra, riservandosi di fornire ulteriori dettagli anche sull’attività venatoria selettiva – ha stanziato 700 mila euro per gli indennizzi e 300mila euro per la prevenzione, compreso il ristoro delle spese per la realizzazione di recinzioni difensive da parte degli agricoltori.
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