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MATERA – Salvatore Caputo (in foto) è l’unico consigliere comunale materano dell’Mpa, ed è lui dunque il consigliere che la commissione antimafia ha segnalato per una vecchia condanna per tentata estorsione estinta poi per fatti che risiedono indietro nel tempo.
La decisione della commissione antimafia ha fatto molto discutere nasce dalle relazioni che le singole prefetture sul territorio avrebbero inviato all’organismo presieduta da Giuseppe Pisanu.
E la circostanza è stata anche confermata dalla Prefettura di Matera che non è entrata, per ovvi motivi, nel merito delle questioni ma ha confermato di avere, così come richiesto, preparato una relazione. Tra le segnalazioni anche quella di un consigliere comunale, Mirko Roveto, candidato con Forum Democratico a Bernalda e non eletto che era stato condannato per estorsione continuata con sospensione condizionale della pena.
Una terza persona non menzionata, tale A.A., sarebbe stato candidato ma non eletto alle comunali di Matera. Per lui sospensione condizionale della pena di tentata estorsione e non menzione.
Sta di fatto che tra i 45 nomi contenuti, sono solo tre i lucani e tutti della provincia di Matera. Di questi l’unico degli eletti è proprio Salvatore Caputo, eletto nell’ultima legislatura nelle fila dell’Mpa come consigliere comunale che ha ottenuto in extremis il posto in Consiglio in una delle liste a sostegno del candidato civico Angelo Tosto che ha sfiorato la vittoria.
Lo stesso Caputo non era nuovo a cimentarsi nella competizione elettorale e nel 2007 (nella tornata che vide poi vincitore Nicola Buccico) fu protagonista di un episodio singolare che è rimasto negli annali.
Caputo infatti inizialmente sembrava candidato nell’allora Udeur di cui era segretario provinciale Rosa Mastrosimone, all’ultimo momento però (pare proprio l’ultima notte prima delle elezioni) decise di cambiare idea e di candidarsi con una delle liste civiche che in quella tornata sostenevano Francesco Saverio Acito.
Fece però in tempo a fare le diverse fotografie, sotto i due distinti simboli concentrando per qualche giorno l’attenzione generale per questo particolare e attirandosi le ire dell’Udeur.
Nelle ultime settimane Caputo si è avvicinato al centrosinistra e ha stretto un patto di vicinanza con l’Udc in Consiglio comunale che lo pone, pressocchè ufficialmente, come il voto numero 25 tra i consiglieri che sostengono Salvatore Adduce.
“Sono assolutamente tranquillo perché queste cose si riferiscono ad un fatto di 15 anni fa che è stato orchestrato da terze persone e che non aveva nessun tipo di riscontro con la realtà.
La questione si riferisce al 1997, io sono stato coinvolto senza aver fatto nulla ma la Procura ha attivato i passi necessari ma non è rimasto nulla, non c’è alcuna condanna. Nessuna condanna? No, non ci sono condanne, è tutto risolto. Di questa questione sto apprendendo solo adesso, nessuno mi ha comunicato nulla, ma sono tranquillo e continuo a lavorare come consigliere comunale con il solito impegno. Ho avviato da poco una collaborazione con l’Udc e con il resto della maggioranza per portare avanti una serie di iniziative nell’interesse della comunità”.
Più critico il commento di Giuseppe Potenza della Dc: «I tre candidati lucani “impresentabili” incappati nell’indagine della Commissione Pisanu confermano che la linea della collusione tra mafia e politica non è, come qualcuno vorrebbe far credere, al di là dei confini regionali e sollecita per le elezioni amministrative di primavera una maggiore attenzione da parte di tutti i partiti nella scelta e selezione dei propri candidati».
«Se si vuole restare all’aspetto numerico tre candidati lucani su 45 in totale che hanno violato al Codice accettato dai partiti per l’ultima tornata amministrativa non è irrilevante.
Un dato che spinge il presidente della Commissione, Beppe Pisanu a parlare di «rapporti politica-cosche inabissati», di realtà che va ben oltre il buon lavoro svolto, tra mille difficoltà, dalla Commissione».

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