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MATERA – Immaginare il domani, sentirsi visionari non è un difetto. E’ il sistema migliore per non farsi imbrigliare nei luoghi comuni e osservare, programmando, luoghi delicati come i centri storici alla luce dei cambiamenti in atto. Lo hanno spiegato molto bene, ieri, i relatori del convegno promosso dall’associazione Generazione Basilicata 2020 che alla Casa Cava hanno analizzato e valutato le “Opportunità per lo sviluppo sostenibile nell’Europa meridionale”. Per Matera, da poco eletta Capitale europea della cultura per il 2019, una ulteriore sfida. Il segreto è non far trasformare in foclore un patrimonio che appartiene a tutto il mondo dal 1993. «Le politiche urbane in tutta Europa e nel mondo – spiega l’assessore comunale all’Urbanistica e al Patrimonio Unesco Pasquale Lionetti – tendono a confermare il fallimento del modello di città globale, di metropoli. Oggi, invece, le città medio piccole europee si propongono sullo scenario mondiale con una modalità di svilupppio sostenibile differente che non passa dal consumo del suolo, dall’industrializzazione spinta. A Matera bisogna continuare con interventi energici sulla infrastrutture come la mobilità che però potranno essere realizzati anche attraendo capitali privati». E’ il vice ministro dell’Interno Filippo Bubbico a richiamare, per primo, il termine che più volte il dibattito fa emergere: qualità.

 

a.ciervo@luedi.it

(L’articolo completo sull’edizione acquistabile online e in edicola)

 

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