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POTENZA – Chiunque sia stato non è quello che nel gergo internettiano può essere chiamato “newbie, niubbo, newb, noob, n00b, nabbo, niubie, o addirittura newbbone. Tutti sinonimi per indicare un neofita con tanta voglia d’imparare. Chi ha spedito la nota dal titolo altisonante «Avanti con il rinnovamento» a firma del vice-segretario regionale del Pd, Arduino Lospinoso ha utilizzato un’applicazione per la gestione della posta elettronica pensata per operare su un computer che monta un sistema operativo non comune tipo Linux, che è quello preferito dagli esperti di informatica e dai veri e propri programmatori. E’ un altro degli indizi lasciati dietro di sè dal finto Lospinoso, che in queste ore gli agenti della Polizia postale di Potenza stanno cercando di rintracciare, dopo che il vero ha presentato una formale denuncia contro ignoti.
Considerato che il vice segretario regionale del Pd, al contrario, non nasconde i suoi “problemi” persino coi telefoni cellulari, si tratta dell’ennesima conferma che l’autore di quello che i più svegli hanno considerato come il subdolo tentativo di sabotare la ricomposizione all’interno del partito di maggioranza relativa in Basilicata – in vista della fine della verifica di giunta iniziata a metà novembre – dev’essere cercato tra un gruppetto ristretto di persone che hanno grande dimistichezza con le tecnologie e allo stesso tempo accesso a informazioni riservate sui malesseri delle varie correnti. Se poi si aggiunge che in pochissimi all’interno della classe dirigente politica lucana sommano entrambe le caratteristiche, allora sì che prende corpo il sospetto che il responsabile non sia soltanto una persona, ma che qualcuno con le conoscenze necessarie per nascondere le proprie tracce digitali avvia seguito un input arrivato da qualcun altro. Tanto per rendere tutta la vicenda ancora più ingarbugliata.
L’altro indizio che balza subito all’occhio di chi osserva quella lettera che è riuscita a ingannare persino l’agenzia di stampa della Regione, che per prima ha pubblicato la notizia, è un piccolo ma significante errore sul secondo cognome di Lospinoso: quel Severini di nobile origini trasformato in Severino come un qualunque secondo nome. Come sia stato possibile che il geniale autore della più clamorosa bufala politica della storia lucana recente (dopo le leggende sulle dimissioni dell’allora assessore regionale Vincenzo Folino alla vigilia del blitz dell’inchiesta sugli appalti del Totalgate) sia incorso in un errore di questo tipo è un dilemma impossibile da decifrare, ma in soccorso potrebbero venire gli archivi digitali più informati, come quello della stessa agenzia di stampa della Regione. Il 10 febbraio scorso, per esempio, sul sito Basilicatanet nella sezione dedicata alle notizie dal Consiglio regionale è apparsa una nota sui lavori della II Commissione “bilancio e programmazione” dedicata ai conti dell’Ardsu presieduta proprio da Lospinoso. «Arduino Severino» e non Arduino Lospinoso Severini. Stesso errore dell’anonimo estensore della mail recapitata ai giornali domenica pomeriggio, che come «Arduino Severino» ha aperto addirittura un account di posta elettronica. Stesso errore compiuto da un’organo di stampa locale qualche mese prima. Il Quotidiano no. Una ricerca nell’archivio per un Lospinoso con due nomi non dà nessun risultato. Tantomeno per un Lospinoso con due cognomi. L’autore della missiva ha ripetuto un errore circolato in ambiti ristretti, e forse è proprio in questi che si nasconde la sua vera identità.

Leo Amato

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