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POLICORO – A distanza di molti anni , da quando la città jonica ha visto espandersi urbanisticamente con la costruzione di nuovi quartieri, soprattutto a nord di via Salerno e nella perpendicolare con Massimo D’Azeglio, i lottizzanti stanchi di non potersi godere una casa comprata con tanti sacrifici, hanno manifestato in un’assemblea pubblica.
Durante l’incontro hanno sostenuto di essere stati letteralmente truffati dal sistema cooperativistico, e in particolare dalle coop “Eden Casa” e “Di Vittorio”, in quanto, a loro dire, non avrebbero ricevuto, in cambio dei soldi per l’acquisto dell’abitazione, le urbanizzazioni primarie: illuminazione, strade, marciapiedi, previste, invece, nella convenzione stipulata tra il Comune e le cooperative di cui sopra.
In particolare, la Eden sarebbe sparita giuridicamente, senza lasciare traccia della propria sede legale e senza, cosa più grave sempre a parere degli intervenuti, non restituendo nemmeno parte dei sodi incassati dopo che i proprietari degli immobili si sono rivolti al tribunale civile di Matera, vincendo la causa di risarcimento danni. Ma sul banco degli imputati anche le Amministrazioni comunali degli ultimi 15 anni, che non avrebbero vigilato sul completamento delle opere oggetto della protesta e non avrebbero applicato le condizioni previste dalle convenzioni tra pubblico e privato (cooperative).
Infatti, nelle convenzioni era previsto, oltre alle urbanizzazioni primarie a carico delle imprese lottizzate, anche una serie di agevolazioni fiscali, tra cui il pagamento di minori oneri di urbanizzazioni da parte delle cooperative al Comune, in cambio però delle cessioni delle case ai proprietari ad edilizia convenzionata e non a prezzi di mercato com’ è avvenuto nei fatti, sempre secondo i cittadini presenti sabato scorso. Infatti, in cambio di una minore tassazione i terreni edificabili, dopo la costruzione delle case, dovevano essere vendute a prezzi meno concorrenziali, invece così non è stato, con gravi inadempienze anche da parte dei notai roganti all’atto della stipula dei contratti, che non avrebbero applicato gli articoli delle convenzioni.
Dunque, responsabilità da dividere tra i vari attori di questa vicenda dai contorni tutti italiani, fatta di leggerezze e presunte connivenze, sulle quali, a detta dei presenti, anche gli organi giudiziari avrebbero soprasseduto lasciando praticamente soli, con pochi servizi e un danno economico quantificato in 20/25mila euro, le famiglie che hanno acquistato a prezzo di mercato anziché a prezzi “di favore”, come prevedeva la convenzione. Infine, anche le casse comunali avrebbero subìto un danno con meno soldi dalle urbanizzazioni che i presenti hanno calcolato in 500mila euro e le imprese che l’hanno fatta franca anche sul fronte delle polizze fideiussorie assicurative (più leggere) presentate e non bancarie (più concrete) e con maggiori vincoli. Pertanto, anche sul fronte assicurativo i cittadini sono stati beffati, non potendosi più rivalere perché vuote e ora dovrebbero rispondere delle mancate urbanizzazioni al Comune, che avrebbe già incaricato due legali contro di loro, sempre secondo le loro versione.

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