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PISTICCI e METAPONTO – Continua a restare sotto osservazione il movimento franoso ai piedi della stradella di accesso all’azienda Panio, lungo un tratto scosceso della periferia di Pisticci centro, a monte dell’uscita alta della galleria San Rocco. La zona, già interessata da alcuni smottamenti anche di media entità in seguito all’alluvione del marzo 2011, ha ripreso a dare segnali di cedimento in seguito alle piogge cadute sul centro jonico sin dallo scorso venerdì.

Pur non essendosi trattato di una ondata particolarmente intensa, i terreni hanno accusato il colpo per l’effetto sommatoria, visto che da ottobre ad oggi le precipitazioni sono state frequenti e copiose, andando ad incidere particolarmente sulle dinamiche che caratterizzano le pendici argillose.

Le prime avvisaglie di cedimento nella zona si erano manifestate domenica mattina, tanto che la stradella è stata chiusa in seguito all’intervento dei Vigili del fuoco. Ma ieri alcuni gabbioni di contenimento sono scivolati ulteriormente, facendo accrescere i timori per uno smottamento più corposo. L’azienda Panio, intanto, è rimasta isolata.

«Alcuni nostri mezzi agricoli –spiega Pietro Panio, titolare dell’attività di famiglia assieme al fratello– sono bloccati. Non possiamo spostarli perché l’altra strada è in sterrato ed al momento risulta impraticabile. Le scorte di cibo per gli animali, invece, possono bastare per massimo tre giorni».

Panio ha un gregge di 150 pecore. Di recente si è liberato di altri 300 capi, tutte capre: «Per l’interruzione di molte stradine interne, in seguito alla pioggia ed a causa degli incendi, i pascoli scarseggiano o sono comunque inaccessibili. Ala fine abbiamo deciso di alleggerire la nostra attività zootecnica. Non avevamo scelta».

A proposito d’incendi, proprio l’azienda Panio patì forti perdite in seguito al disastro dell’estate 2012, quando andarono in fumo capannoni e foraggio. «Fu un duro colpo. Adesso ci mancavano solo l’isolamento ed il rischio di franare a valle», conclude amareggiato il titolare. Lo smottamento di domenica è una recrudescenza di un fenomeno che si manifestò già nel marzo 2011, ma da allora ad oggi non c’è stato alcun consolidamento della zona, situata peraltro al di sotto della strada per “Cammarelle” e del capannone “Mazzei”, in un punto nevralgico.Gli effetti dell’ultimo incendio, inoltre, si fanno sentire anche nella strada delle “Varre”, dove si sono avviate le “solite” colate di fango dalle pendici soprastanti, sulle quali gli alberi secchi non svolgono più la loro funzione di contenimento dei fenomeni franosi, non a caso aumentati durante le ultime ondate di maltempo.

Uno smottamento più corposo, registrato ieri mattina, ha richiesto l’intervento urgente di mezzi meccanici inviati dalla Provincia e la rimozione di alcuni alberi bruciati, trascinati in strada assieme alla melma. Ne restano altri con il rischio che possano rovinare sulla carreggiata. Non fa più notizia l’esondazione dei fiumi Basento e Cavone, che delimitano il territorio di Pisticci.

D’altra parte l’acqua, negli ultimi quattro mesi, ha sconfinato così tante volte oltre gli argini che i terreni non hanno praticamente avuto il tempo di riemergere. Il deflusso dei fiumi, almeno rispetto al ciclone di dicembre, è stato finora meno dirompente ed al di sotto dei picchi raggiunti in quella circostanza. La situazione è sotto costante monitoraggio, così come la tenuta complessiva del territorio di fronte alle ultime ore di questa lunga ondata di maltempo che, seppur a ritmi blandi, alla fine è riuscita a piazzare un altro centinaio di millimetri di pioggia sul territorio. Al momento in cui andiamo in stampa sul pisticcese risultano precipitazioni complessive (da venerdì a ieri sera) per circa 70-80 mm, ma in serata ha ripreso a piovere con maggiore intensità. I livelli di guardia sono rimasti elevati per tutta la notte. Un’altra caratteristica di quest’ondata di maltempo, è rappresentata dalle violentissime mareggiate, abbattutesi nel fine settimana sul litorale, tra Metaponto e Nova Siri. In particolare, a Metaponto l’arenile è stato letteralmente cancellato dalla furia delle onde e non immagina come possa essere ripasciuto, vista la totale asportazione del manto utile per le attività balneari. Il mare, questa volta, è arrivato fino alle strutture sulla passeggiata.

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