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I riflettori internazionali puntati sui Sassi di Matera e sulla magia di una città dal sapore ancestrale sono, da tempo, una costante che pone una delle candidate a Capitale europea della Cultura nel 2019, in una posizione di grande responsabilità.

Nel percorso di consolidamento, però, si inseriscono alcune bucce di banana su cui sarebbe meglio non inciampare.

La più recente è quella dello stato di abbandono di alcuni edifici scolastici cittadini, uno dei quali trasformato in  una sorta di girone infernale fra rifiuti ed escrementi in mano ad extracoumintari che ne hanno violato l’ingresso.

Il richiamo al senso di responsabilità delle istituzioni, responsabili per competenze,  di queste strutture è atto dovuto,  anche alla luce del valore che la città sta assumendo nel panorama internazionale.

Il caso più recente è quello del Telegraph che nella sua rubrica dedicata ai viaggi, inserisce Matera fra le 20 destinazioni mondiali che si consiglia di visitare nel 2014.

Il National Gepographic aveva pubblicato una foto dei Sassi di Matera di Fabio De Leonardis, tra quelle premiate dal concorso fotografico promosso dalla rivista nel 2013.

Il motore di ricerca di Msn, Bing,  aveva inserito uno scatto di David Noton negli antichi rioni al tramonto, proponendolo come wallpaper insieme ad altre destinazioni. 

Insomma, un richiamo riservato a differenti  utenti che, però, ha come obiettivo finale quello di promuovere Matera agli occhi dei visitatori, in particolare di quelli stranieri.

La città dei Sassi, però, vive ancora una volta come accadde  negli anni ‘50, un dualismo fra il suo animo aperto, cosmopolita, disponibile agli altri  popoli e alle altre culture, e quello contemporaneo che comprende anche fenomeni che portano ad episodi come quello che si è verificato nella ex scuola di via Bramante e che 60 anni fa era legato alle condizioni di vita  disumane negli antichi rioni di tufo.

Nel bene e nel male, Matera dimostra di trovarsi  ormai catapultata in meccanismi che appartengono piuttosto alle grandi città, divise fra patrimoni storici di grande pregio e fenomeni legati all’emarginazione e al disagio.

Il richiamo internazionale, in questo senso, deve diventare punto di riferimento per alzare i parametri legati a qualità della vita e politiche sociali,  sviluppate di pari passo e in tempi brevi.

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