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MATERA – Ricostruire le vicende legate al mondo dell’alimentazione e della produzione  alimentare, esaminando i differenti contesti socio-economici e culturali della regione Basilicata, classificando i manufatti per la raccolta, la conservazione, la trasformazione, il trasporto, la cottura e il consumo degli alimenti nella storia. E’ la premessa con la quale Antonella Pellettieri, dell’istituto per i Beni Archeologici e Monumentali Cnr e responsabile scientifica del progetto “Mensale”, ha introdotto il convegno Internazionale “… come sa di sale lo pane altrui. Il pane di Matera e i pani del Mediterraneo”. Organizzato dall’Ibam Cnr, all’interno del Progetto Po Fesr  Regione Basilicata MenSALe, il convegno, che ha visto la partecipazione di numerosi studiosi provenienti da università e centri di ricerca del Mediterraneo,  è iniziato ieri e si concluderà domani nella sala convegni della Mediateca di Matera e nella sala convegni del Museo Archeologico Nazionale “Domenico Ridola”.

«Dai dati raccolti nel corso delle attività – ha spiegato la Pellettieri – possono scaturire ulteriori proposte progettuali finalizzate ad una rifunzionalizzazione e al riuso delle strutture e dei relativi contesti tradizionali, contribuendo ad uno sviluppo sostenibile della regione, valorizzandone le peculiarità storiche e identitarie del territorio. La diffusione e la comunicazione dei risultati della ricerca, relativi alla Basilicata sono state messe a confronto con la cultura e la semiotica alimentare dei popoli dell’area mediterranea». E’ emerso che il pane è una fragranza e una genuinità senza tempo che fa parte della storia e delle tradizioni dei popoli del Mediterraneo; e  quello di Matera, dalla pezzatura alta , tagliata o a cornetto, è l’emblema di una cultura del cibo e dello stare a tavola per promuovere le diverse risorse del territorio. Del pane, prodotto con farine di grani duri, e per il quale si sta lavorando al riconoscimento della Igp,  si parla in documenti del 1291, come ha spiegato ancora la Pellettieri,  quando Carlo II d’Angiò chiese a un feudatario della zona di preparagli un pane a forma di “tarallo”, perché più facilmente trasportabile; venti anni prima,  Carlo I aveva valorizzato Castel Lagopesole con la dotazione di un forno e la costruzione di un mulino”.  Antonio Bernardo, funzionario dell’autorità di gestione del Po Fesr Basilicata 2007-2013 ha fatto il punto sulla programmazione avviata, che ha compreso 15 progetti per un importo complessivo di 752 milioni di euro e di questi lo 0,5 per cento destinato alla cooperazione che ha coinvolto realtà di sei Paesi. «Questi tipi di progetti – ha detto Bernardo – hanno avuto riscontri molto positivi nel campo della ricerca, creando una fitta rete di relazioni».

matera@luedi.it

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