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MATERA – Esplode la polveriera Pd. Salvatore Adduce è il candidato sindaco del partito che esce per acclamazione dalla direzione cittadina ma la spaccatura è praticamente realtà anche perchè è caduta nel vuoto anche la richiesta arrivata in extremis, al momento del via della direzione, dal segretario regionale Antonio Luongo che aveva proposto un aggiornamento di 24 ore per tentare di comporre la vertenza politica in atto. Ma il segretario Muscaridola e gli altri esponenti del Partito hanno deciso di tenere comunque la direzione che alla fine con 34 presenti su 51 ha acclamato Salvatore Adduce come candidato sindaco e dato a Muscaridola il mandato a trattare per la costituzione del programma e della coalizione di centrosinistra che dovrà sostenere lo stesso sindaco.
Luongo alla fine ha osservato: «le 24 ore ci sono ancora, l’acclamazione non è un voto ma esprime una chiara volontà politica, lavoreremo per una soluzione».
Di fronte a questo tipo di obiezione, partita dallo stesso Luongo, sulla validità del voto il segretario Muscaridola ha fatto rivotare per alzata di mano certificando il medesimo risultato.
Il tutto in poco meno di due ore in cui è maturato uno strappo pressocchè inevitabile con Muscaridola che ha ribadito nella sua relazione come «il 70 per cento del partito che è qui riunito ritiene inutili e superflue le primarie e di fronte alla disponibilità del sindaco uscente a ricandidarsi, ritenendo che l’Amministrazione abbia ben lavorato non c’è bisogno di alcuna primaria.
Del resto anche i partiti del centrosinistra riconoscono al Pd la possibilità di esprimere il sindaco e la ritengono opportuna senza il ricorso alle primarie». Muscaridola ha anche confermato «di aver dato la disponibilità a rivedere l’assetto del partito affinchè si possa ricercare l’unità ed ognuno possa sentirsi parte del partito e di essere disponibile anche alla distinzione tra sindaco e presidente della Fondazione Matera 2019». La richiesta del segretario è stata quella di candidare Salvatore Adduce mentre Luongo in una stanza della sede materana del Pd faceva una serie di telefonate.
Molti gli interventi che si sono succeduti e che sono andati «dalla necessità di decidere e di non aspettare oltre» sottolineata da Vito Cilla alle questioni relative alle surroghe ed «alla necessità di valutare il fatto che un’area come quella civati perde dei rappresentanti in direzione e questo va considerato» come ha sottolineato, da subentrante, Francesco Bianchi. Molti e diversi i toni degli interventi ma comune l’idea di ricandidare Adduce, nè ci sono state nella direzione voci contrarie.
Alla fine il mandato a Muscaridola a «cercare di ricostruire la più ampia unità del partito così come ho sempre fatto in questi anni lavorando per tenere unito il partito e sostenere quest’Amministrazione».

Nell’area renziana però la decisione di non accogliere la proposta di Luongo è stata accolta con nervosismo e la scelta di Adduce ha segnato una sorta di vera e propria rottura. «E’ stato un atto di protervia che rompe l’unione del partito e non va nella direzione auspicata di una scelta unitaria. In questo modo anche la scelta di Adduce diventa inaccettabile» ha dichiarato Vincenzo Viti mentre alcuni rappresentanti dell’area renziana andavano a consegnare un documento che in buona sostanza ribadiva le richieste sull’immediato azzeramento del Comitato cittadino (“andava fatto prima di qualsiasi decisione e non ora, per questo parlo di atto di protervia” ha rincarato la dose Viti), la divisione della carica di sindaco da quella di presidente della Fondazione e il ricorso alle primarie per avviare una nuova e diversa stagione di rinnovamento. «L’individuazione, senza preclusioni, di una candidatura che unisca il partito in una battaglia che si profila difficile e complicata, l’opportuno ricorso a primarie che consentano di conseguire il massimo di adesione popolare alla candidatura individuata».
Ma il Pd nel corso della direzione ha puntato decisamente su Adduce ma il partito ne è risultato irrimediabilmente spaccato. L’area Renzi più Santochirico non sono oggi con Adduce e non sembrano esserci margini per una qualsiasi soluzione. Quello che succederà nelle prossime ore è tutto da scrivere ma tante sono le soluzioni in campo e le voci che si rincorrono, dal sostegno a candidati in campo come De Ruggieri o pronti a scendere in campo (Tortorelli) alla clamorosa decisione di un secondo candidato Pd. Ma ci vorrà probabilmente qualche ora per chiarirsi le idee. Un tentativo ulteriore toccherà direttamente a Luongo sperando che abbia miglior fortuna rispetto alla proposta, inascoltata, di aggiornamento.

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