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di Alfonso Pecoraro
SALTA TUTTO. La cessione del Potenza Sc da Postiglione al gruppo Calce salta definitivamente. Lo avevamo lasciato intuire scrivendo nei giorni scorsi di troppi ritardi, tanti slittamenti, l’assoluta mancanza di certezze, eccezion fatta per Vito Giordano che dal punto di vista tecnico aveva fatto tutto quanto possibile.

E’ lui stesso, l’unico legittimato a rilasciare dichiarazioni ufficiali che si propone alla piazza e dichiara: «Non è possibile completare l’operazione che avevamo in mente, perchè non è stato possibile scindere il titolo sportivo dalla srl, e siccome la società non vive certo un buon momento, nessuno del gruppo Calce si è potuto assumere oneri di altri». In altre parole, il gruppo imprenditoriale paganese non intendeva correre il rischio di trovarsi a che fare con creditori finora anonimi o, peggio, con i controlli del fisco o della Guardia di Finanza, viste le acque certamente non limpide nelle quali naviga la società rossoblù.

«Abbiamo interesse a dire alla piazza potentina che la voglia di fare calcio di questo gruppo imprenditoriale è tanta. C’è l’entusiasmo giusto e l’idea di far rinascere il pallone a Potenza è grande. Abbiamo interesse a prendere un altro titolo sportivo e a trasferirlo nel capoluogo lucano», spiega Giordano.

Di fatto, però, è un’intenzione che riporta indietro di diversi mesi la vicenda calcistica del capoluogo. A quando si voleva trasferire il titolo dell’Avigliano, oppure la Fortis Murgia. Ipotesi del tutto disconosciuta dalla tifoseria organizzata.

Oggi la pista porcorribile, anche in virtù di quanto si apprende dalla vicina Sapri, ossia dell’impossibilità di legarsi al Comprensorio Tanagro, è solo quella di trasferire nel capoluogo il Tanagro.

Dopo tutto, anche questa era stata un’ipotesi valutata qualche tempo fa, quando Orazio Lordi, allora amico di Postiglione e presidente del Tanagro, dichiarò apertamente le sue mire sul Potenza.

Giordano schiuma rabbia e snocciola anche una serie di nomi: «Avevamo preso De Rosa, Cavalieri, Caccavale, oltre a tutti quelli che vi avevo annunciato nei giorni scorsi. Avevamo già preparato tutto il materiale sportivo, e in serata vi avremmo annunciato l’allenatore. Ma adesso siamo costretti a fermarci». E il motivo è spiegato nel prosieguo della discussione: «Abbiamo un debito nei confronti dei tifosi del Potenza che ci aveva accolto bene. Non possiamo agire senza essere chiari e limpidi con loro. L’idea resta sempre quella di fare calcio, ma partendo da altre premesse».

Non è certo questo il momento di rivendicare una linea giornalistica intrapresa nei giorni scorsi, ma un po’ ce lo aspettavamo. Oggi eravamo già pronti a titolare “si parla di rottura”, quando è arrivata la telefonata in redazione di Giordano, in nome e per conto della finanziaria che fa capo al gruppo Calce e che avrebbe voluto investire nel Potenza.

Al quale gruppo, ci permettiamo di dire, non erano sconosciuti i recenti eventi rossoblù, nè tantomeno la nomea che questa società ha ormai dappertutto.

Era proprio necessario spendere inutilmente tanto tempo e, sia pure involontariamente, buttare fumo negli occhi a chi aveva creduto di poter svoltare? E’ sotto gli occhi di tutti quale sia la svolta per il calcio potentino. A chi affidarsi e verso chi iniziare a posare lo sguardo e l’attenzione, non certo per sposarne in pieno la causa (questo avverrà solo col tempo), quanto piuttosto per la curiosità di vedere se è la strada giusta da seguire. E questa strada non passerà mai per il Potenza Sport Club.

Per tutta una serie di motivi, che è inutile continuare a sottolineare e a ribadire, il Potenza di Postiglione è morto. Non è la prima volta che accade nella storia calcistica di questa città. Non è la prima volta che occorrerà ripartire da quello che offre il panorama. Senza andare troppo per il sottile e senza chiedere di attaccarsi a una storia che al Potenza manca da una vita.

Quella storia occorrerà riscriverla dall’inizio con altri caratteri e altri protagonisti.

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