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DA ZONA a rischio sismico molto elevato ad area considerata da bonificare. Il tutto contenuto in una delibera dell’Autorità di bacino che ne autorizza la modifica. L’area è quella del pozzo Monte Grosso 2 a Brindisi di Montagna. Una zona di interesse per la compagnia inglese Rockhopper spa, che vorrebbe prendere possesso dell’area in questione e cominciare ad estrarre petrolio. Una richiesta che parte da lontano, dal 2007, quando la società ottenere parere favorevole sulla valutazione di impatto ambientale.

Ma i termini della Via sono poi scaduti e intanto è subentrata l’approvazione dello Sblocca Italia. Così la pratica di proroga si è arenata di nuovo all’ufficio di Valutazione impatto ambientale della Regione, che ha dichiarato l’istanza non procedibile per “mutante condizioni ambientali e incompatibilità con il Pai, ovvero il piano di assetto idrogeologico della Basilicata.
Perché? Il Monte Grosso 1 è un pozzo esplorativo costruito a fine anni novanta in zona ad elevato rischio sismico. Lo stesso Unmig lo classifica come “incidentato”. E qui la Rockhopper vorrebbe costruire il pozzo estrattivo Monte Grosso 2.

Eppure per l’Autorità di bacino la questione non si pone, basta cambiare la classificazione dei terreni per permettere alla Rockhopper di effettuare delle non specificate analisi.
Il fatto è che questa declassificazione dovrebbe arrivare soltanto dopo le operazioni di bonifica e soprattutto dopo un controllo piezometrico della tenuta del terreno. Dice tutto al delibera numero 9 dell’Autorità, che parla chiaramente di un progetto di bonifica delle aree interessate. Oltretutto «il monitoraggio piezometrico dovrà essere condotto con modalità tali da assicurare il raggiungimento, a seguito degli interventi di drenaggio, delle condizioni di livello di falda ipotizzate nella situazione di progetto e corrispondenti alle verifiche soddisfatte».

Ma si parla anche di periodici interventi di «manutenzione e di controllo atti a confermare la persistenza delle condizioni di stabilità nel tempo». Solo dopo gli interventi la zona si potrà considerare come area bonificata «a seguito della trasmissione della documentazione attestante l’efficacia dei risultati conseguiti con la realizzazione delle opere di messa in sicurezza, di bonifica e/o di consolidamento dell’area». In questo modo in pratica sull’area del pozzo Monte Grosso 2 si potrà fare di tutto.

Nella delibera infatti viene specificato che «nelle aree a rischio Rb sono consentiti interventi di nuova edificazione, di completamento o di ampliamento di manufatti esistenti, cambi di destinazione d’uso che comportino aumento delle condizioni di rischio, previo parere di compatibilità idrogeologica da parte dell’AdB».

Dunque, con questa modifica, non solo si autorizza la Rockhopper ad effettuare lavori all’interno dell’area, ma anche di superare il vincolo idrogeologico che ha provocato il rigetto dell’istanza di Valutazione di impatto ambientale.

C’è quindi la possibilità che si ricominci a scavare a Brindisi di Montagna? Stando a quanto riporta la stessa compagnia sì. Lo esplicita chiaramente sul sito web, dove parla di estrazioni entro il 2016. La cosa, però semrba esser emolto più lunga del previsto. Sta di fatto che, però, il colosso petrolifero adesso è di fatto autorizzato ad effettuare i lavori sulla piattaforma Monte Grosso 2, ma non potrà trivellare o rimetter ein sesto il vecchio pozzo prima di una nuova autorizzazione.

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