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PIZZO (VV) – Se non è una doccia fredda, poco ci manca. I lavori del Contratto di quartiere di Pizzo, relativi al macro lotto 1 (Zona Carmine, nel centro storico) sono stati, infatti, sospesi a causa dell’intervenuta interdizione per mafia del presidente del consorzio di imprese Aedars, con sede a Roma, che a suo tempo si aggiudicò la gara. La comuncazione dell’Ufficio territoriale del governo della Capitale è pervenuta nel pomeriggio di mercoledì scorso a Palazzo San Giorgio che, per mezzo del sindaco Gianluca Callipo e del dirigente ai lavori pubblici, si è immediatamente attivato sospendendo i lavori e avviando la procedura per la rescissione del contratto. 

Gli interventi in questione riguardano nello specifico la riqualificazione delle vie del rione, l’abbattimento di un padiglione già di per sé abbandonato da anni e la ristrutturazione del vecchio palazzo municipale. Il tutto per un valore di un milione e 300mila euro. Non subiranno ritardi, invece, secondo quanto ha riferito lo stesso primo cittadino, i lavori di edilizia residenziale pubblica relativi al macro lotto 2, eseguiti da un’altra impresa. I lavori di riqualificazione del centro storico napitino, per i quali il comune ottenne una somma di 6 milioni di euro, furono assegnati dalla Stazione unica appaltante (Sua) di Vibo Valentia nel 2011, che seguì il normale iter previsto dalle normative antimafia, finalizzate a garantire l’esclusione delle imprese sospette. Oggi, a distanza di più di due anni, è stata comunicata l’interdizione del consorzio aggiudicatario. 
Ora la Stazione unica appaltante vibonese dovrà seguire la procedura prevista in questi casi, scorrendo a ritroso la graduatoria degli altri soggetti che a suo tempo parteciparono alla gara non aggiudicandosela. Se la seconda impresa in graduatoria non accetterà di completare i lavori, si procederà a interpellare le altre, fino alla quinta. Qualora tutte non accettassero, sarà necessario bandire un nuova gara. (g.pr.)
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