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“Vi caccio come Gesù coi profanatori del tempio di Gerusalemme”.
Detto fatto. Chi era presente alla scena racconta che, dopo aver pronunciato queste parole, don Ambrogio ha abbandonato l’altare coi paramenti sacri ancora indosso, ed è sceso tra i banchi per respingere senza troppe smancerie la troupe di “Chi l’ha visto?” fino all’uscita della chiesa, sostenuto dai fedeli turbati da quell’incursione nel bel mezzo della messa. Uno scatto muscolare, che gli ha restituito di colpo tutta la fisicità di un uomo ben piazzato, alto quasi un metro e ottanta, e perdipiù nel fiore degli anni, troppe volte ingessato dal vestito d’ordinanza. È successo tutto domenica mattina nella chiesa di San Francesco, di fianco alla Prefettura in piazza Mario Pagano, dove si riuniscono da un anno a questa parte i profughi della chiesa della Santissima Trinità, finita sotto sequestro su ordine del gip di Salerno dopo la scoperta nel sottotetto del cadavere della povera Elisa.
A pochi giorni dalla data annunciata per il deposito delle ultime perizie sui reperti prelevati dagli investigatori la questione sulla sua riapertura è tornata a farsi molto accesa. Davanti ai 3.772.000 spettatori della puntata della scorsa settimana la conduttrice di “Chi l’ha visto?”, Federica Sciarelli, ha rilanciato la proposta di destinare gli spazi dedicati al culto all’istituzione di un centro anti-violenza. Ha sollecitato una presa di posizione anche da parte della famiglia Claps, ma nè il fratello nè la madre si sono espressi sull’argomento, chiudendo il collegamento audio-video con l’annuncio di una notizia sconvolgente per il clero potentino, e di una mediazione ancora in corso per tirare fuori la verità sulle modalità del ritrovamento del corpo. Poi è stata messa in onda la telefonata di un cittadino, che in proposito ha detto che nessuno dovrebbe mettere più piede in quella chiesa. La campagna “Sconsacrare la chiesa della Trinità: un atto dovuto per Elisa Claps” ha il sostegno dall’associazione “Telefono donna – Potenza” e di numerose altre realtà nazionali impegnate sul tema della tutela e dei diritti delle donne.
Avrebbe già raccolto più tremila firme da tutta Italia. Il giornalista e l’operatore della popolare trasmissione di Rai3 erano andati nella chiesa di San Francesco proprio perchè avrebbero voluto sentire un commento sulla faccenda da Don Ambrogio Atapka, vicario della Trinità e successore sul pulpito di Don Mimì Sabia. Ma invece di aspettarlo fuori al termine della funzione, o annunciarsi prima del suo inizio chiedendo l’autorizzazione a effettuare le riprese ( “come chiunque volesse farlo – fanno notare i diocesani – anche solo per un ricordo del
matrimonio o della prima comunione”), loro si sarebbero introdotti all’improvviso
cominciando a filmare la scena e attirando l’attenzione dei fedeli raccolti in preghiera. Don Ambrogio si sarebbe accorto subito del brusio, e ha dovuto interrompere la messa per invitare i due a raggiungere l’uscita. Qualcun’altro si è alzato dal suo banco e li ha avvicinati per cercare di spiegare che non potevano stare lì. Per tutta risposta quelli gli avrebbero domandato se era un poliziotto, e a questo punto è scattato Don Ambrogio. La discussione è proseguita in maniera molto civile anche fuori dalla chiesa dopo la fine della messa con alcuni fedeli indignati. Don Ambrogio invece, per non incontrarli, ha preferito uscire dal retro. L’episodio della cacciata dei profanatori del tempio di Gerusalemme è citato da tutti e quattro gli evangelisti con delle piccole variazioni. Per Matteo, Gesù se la prese con quelli che trovò mercanteggiare, rovesciò i tavoli dei cambiavalute e le sedie dei venditori di colombe dicendo: “La mia casa sarà chiamata casa di preghiera, ma voi ne fate una spelonca di ladri”. Cambiavalute e venditori di colombe anche per Marco, mentre per Luca erano generici venditori. Giovanni parla di mercanti di buoi, pecore e
colombe, oltre ai soliti cambiavalute, e aggiunge che Gesù per loro fece una sferza di cordicelle, e con quella scacciò tutti, uomini e animali fuori del tempio, gettò a terra il denaro rovesciando i banchi. Una furia. Ai due di “Chi l’ha visto?” in confronto ai mercanti è andata bene, e dopo un tentativo di raggiungere il vescovo monsignor Superbo hanno proseguito indisturbati verso uno degli eventi in preparazione della Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime della Mafia, l’installazione della “Porta della legalità”.

Leo Amato

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