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REGGIO CALABRIA – Congelati i termini di custodia e discussione del Procuratore generale Ezio Arcadi per il prossimo 19 settembre. Va definendosi quindi anche il giudizio d’appello per il processo “Reale”, che tra gli altri vede imputati, e già condannati in primo grado, il boss di San Luca Giuseppe Pelle, insieme al fratello Sebastiano, e l’ex consigliere regionale Santi Zappalà. Udienza, quella di ieri, che ha visto presentare dal giudice relatore un ampia relazione sugli avvenimenti processuali e che ha anche visto le difese, con gli avvocati Eugenio Minniti (per Giuseppe Pelle) e Gianni Taddei (per Mario Versaci) avanzare varie richieste. Tre i filoni dell’indagine “Reale” portati a termine dal Ros dei carabinieri comandato dal Tenente Colonnello Stefano Russo. Si iniziò ad aprile del 2010, con l’operazione che portò alla ribalta la figura del commercialista Giovanni Zumbo, l’uomo, in contatto con i servizi segreti, che informava i boss Giuseppe Pelle e Giovanni Ficara su importanti e riservatissime indagini contro la criminalità organizzata. Il secondo filone dell’inchiesta, invece, si occupò delle presunte infiltrazioni della cosca Pelle all’interno dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria, con il giovane Antonio Pelle che avrebbe intrattenuto rapporti un po’ troppo amichevoli con alcuni docenti: una circostanza che, secondo i magistrati, lo avrebbe favorito anche nel corso della carriera universitaria. Da ultimo, invece, il terzo filone dell’indagine andò a toccare i presunti accordi politico-mafiosi, messi in piedi dalla cosca Pelle, anche con Santi Zappalà, candidato ed eletto con cifre altissime in quota Popolo della Libertà. In primo grado fu condannato vent’anni di reclusione il boss Giuseppe Pelle, diciotto ad Antonino Latella, venti a Rocco Morabito, diciotto a Giovanni Ficara, otto a Costantino Carmelo Billari, dodici a Domenico Pelle, dieci a Sebastiano Pelle, otto anni e otto mesi a Giuseppe Antonio Mesiani Mazzacuva, dieci anni a otto mesi ad Antonio Pelle, classe 1987, otto anni a Mario Versaci, così come a Pietro Antonio Nucera e Filippo Iaria, quattro anni a Antonio Pelle classe 1986, quattro anni ciascuno a Sebastiano Carbone e Giuseppe Frantone, sei anni a Giorgio Macrì, due anni e otto mesi a Francesco Iaria, due anni e due mesi a Liliana Aiello e, da ultimo, quattro anni all’ex sindaco di Bagnara Calabra, Santi Zappalà, in carcere dal dicembre 2010. 

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