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di PIER FERDINANDO CASINI
La campagna promossa dal Quotidiano della Calabria per dedicare l’8 marzo di quest’anno a tre donne coraggiose che hanno deciso di ribellarsi alla criminalità deve ricevere l’appoggio di quanti vogliono dare un senso particolare a questa ricorrenza. Giuseppina Pesce, testimone in importanti processi contro cosche della ‘ndrangheta, sta affrontando grandi sofferenze. Maria Concetta Cacciola e Lea Garofalo hanno pagato con la vita la decisione di rendersi libere, di uscire dal mondo della criminalità in cui erano nate. Donne diverse, che hanno affrontato la ‘ndrangheta dall’interno e dall’esterno, dando un segnale forte che non può essere dimenticato. La Calabria e tutte le altre regioni in cui la criminalità organizzata si è diffusa ce la possono fare a liberarsi da questo giogo, ma hanno bisogno del sostegno di tutto il Paese per avere la forza di dire no, come le tre donne che vogliamo ricordare questo 8 marzo. Un ricordo che deve essere portato anche nelle scuole, per diffondere pure tra i giovanissimi la cultura della legalità e dell’antimafia.

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