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5 minuti per la lettura

di PARIDE LEPORACE
Una prova regina legata al Dna di Danilo Restivo dopo lunghi e convulsi
diciotto anni apre finalmente un fascio di luce sulle responsabilità dirette
dell¹assassino di Elisa Claps. Ma a differenza di altri clamorosi casi di
cronaca nera risolti da moderne tecniche investigative questo delitto lascia
irrisolti e sospese le molte zone d¹ombre legate al clamoroso dato di un
cadavere riposto nel sottotetto della chiesa più blasonata della città.
Il caso Claps è il romanzo nero di Potenza. Il racconto mediatico televisivo
ne traccia un noir a tinte fosche dove spesso la memoria si offusca, alcuni
dati si dimenticano e altri emergono in modo irruente.
A Brambate Sopra, paese di Yara, uccisa da uno sconosciuto e ritrovata in un
campo grazie ad un aereo di modellismo, ieri i sacerdoti locali nel
bollettino parrocchiale hanno annunciato che alla giovane saranno intitolate
due strutture missionarie, in Africa e in Sudamerica, e che verrà presto
pubblicato anche un libro con le preghiere e gli scritti della gente comune
partecipe del dramma. La chiesa potentina invece non può riconciliare il suo
popolo con iniziative simili perché le preghiere e gli scritti sarebbero
contrapposti e i fedeli hanno molti dubbi sull¹operato del clero locale.
Mercoledì sera durante ³Chi l¹ha visto² un nuovo clamoroso colpo di scena,
nel giorno della più importante verità mai emersa dopo 18 anni, ha aggiunto
un elemento corposo utile al romanzo nero di Potenza. Sul finale dell¹ampia
finestra dedicata al caso Claps la conduttrice chiede un commento a mamma
Filomena e a Gildo. Quest¹ultimo è esitante davanti alla telecamera, la
mamma lo incoraggia a parlare e apprendiamo un nuovo particolare. La
famiglia ha individuato una persona per ³mediare² con la Chiesa rispetto al
ritrovamento di Elisa. Gildo Claps ha affermato di conoscere degli elementi
su un prete che se eventualmente rivelati riempirebbero ulteriormente ³di
vergogna² la Chiesa potentina.
Una questione di non poco conto. Per il luogo mediatico pubblico dove è
stata espressa e per l¹autorevolezza della fonte che l¹ha pronunciata.
La vicenda investe ora i magistrati che indagano finalmente con successo e
condiviso apprezzamento generale. La procura è a conoscenza di questa
³mediazione²? Speriamo di sì, altrimenti tutto si starebbe svolgendo al di
fuori dell¹alveo dell¹azione penale. Il prete eventualmente coinvolto, che
avrebbe ricoperto di vergogna la Chiesa, ha un legame diretto con il caso
Claps? Presumiamo di sì perché un eventuale no porterebbe su latitudini che
è meglio non considerare nel rispetto del dolore vissuto dalla famiglia.
Spesso si dimentica che oltre a gravissimi reati quali quelli dell¹omicidio
e della tentata violenza nessuno mai contempla la terribile questione
dell¹occultamento di cadavere all¹interno di una chiesa per 17 anni. Litri
di sangue cancellati, tegole rimosse e sollevate non sono state opera
esclusiva del presunto assassino che ha beneficiato di complicità che vanno
accertate per svelare il romanzo nero di Potenza.
Scrive il Papa nel suo recente libro: ³La Chiesa è sempre minacciata, c¹è
sempre il pericolo dell¹opposizione del diavolo che non accetta la presenza
di Dio in una comunità vivente². Uno sguardo poco attento potrebbe
intravedere un Dio morto nella comunità vivente di Potenza. Così non è. E¹
un Cristo sofferente quello di Potenza che ha scelto una dolorosa Via Crucis
legata al rispettoso silenzio per quello che è accaduto.
Un silenzio ribadito anche ieri dopo l¹annuncio della clamorosa
³mediazione². La Chiesa di Potenza non vuole alimentare nessun tipo di
polemica con la famiglia Claps e continua a imporsi il silenzio. Da alcuni
ambienti del laicato cattolico con molta timidezza si escludono ³mediazioni²
facendo osservare che il vescovo è stato e sarà sempre molto attento al
dramma della famiglia. Molto ruota attorno al ritrovamento del cadavere. Si
sostiene avvenuto per caso da parte di don Wagno qualche settimana prima del
17 marzo e senza comprendere di chi si trattasse considerato che spesso
nelle chiese medievali spuntano scheletri. Una serie di coincidenze
avrebbero (mai tempo verbale come il condizionale è d¹obbligo in questa
circostanza) circondato gli incredibili avvenimenti del marzo 2010 che uniti
ad una gestione poco avveduta della comunicazione hanno fatto sprofondare
Chiesa ed episcopato nel rumoroso silenzio che sovrasta il caso Claps. Ma
nel romanzo nero c¹è dell¹altro: e riguarda il precedente vescovo
Appignanesi e lo scomparso don Mimì Sabia, blasonato uomo del clero locale
che inevitabilmente è sospettato di inconfessabili segreti portati nella sua
tomba lanciando sinistre vedute sulla chiesa della Trinità che si vorrebbe
rimuovere da via Pretoria e che resta invece a monito di quanto accaduto.
Nessuno ne chiede il dissequestro. Cattolici e laici torneranno presto a
dividersi trasversalmente tra chi vuole riaprirla e chi vuole destinarla ad
altro uso.
Tra tanto intreccio che non risolve i misteri più torbidi, la soddisfazione
è per l¹unico atout positivo che fa registrare come questa volta le indagini
non siano finite a ramengo. La perseveranza della famiglia, l¹attenzione
mediatica ha impedito che le risultanze del professor Pascali diventassero
verità assolute. In annunciate riforme epocali della Giustizia e violente
cacce ai responsabili viene da domandarsi perché un luminare effettua così
gravi errori ricevendo importanti e retribuiti incarichi dalla magistratura.
Un¹ultima annotazione sugli accadimenti del romanzo nero di Potenza.
L¹avvocato Marinelli, difensore di Danilo Restivo, è persona insopportabile
e per quanto mi riguarda anche molto maleducata e supponente sul piano delle
relazioni personali. Però non si può tollerare che sulla televisione di
Stato si mettano a pubblico ludibrio come elemento della cronaca le immagini
delle arringhe difensive. Fa impressione che il locale Ordine degli avvocati
non riesca a dire una parola su un delicato tema legato al diritto di
difesa. Anche il peggior mostro deve aver riconosciuto nel processo l¹azione
del suo difensore nel rispetto dei codici. Il romanzo di Potenza è già
abbastanza nero. Non facciamolo sprofondare nella barbaria.

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