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IL Vostro quotidiano in questi giorni ha dato ampiamente risalto a un fatto di cronaca giudiziaria riferito a un filone dell’inchiesta denominata “Vento del Sud” che vede coinvolto – tra gli altri – un alto ufficiale della Guardia di Finanza. In tale contesto vi siete soffermati su un episodio legato alla normale operatività del San Carlo, riguardante il trasferimento “per compensazione” di due dipendenti tra Asp e San Carlo, una delle quali poi coinvolta nella medesima inchiesta.

L’evidenza sproporzionata da Voi dedicata a questo singolo episodio, con affermazioni imprecise e in un caso false (come preciseremo in seguito) e ancor più con titoli cubitali, ben due locandine in soli tre giorni, l’uso suggestivo di due foto riprese dal sito aziendale senza citare la fonte e il contesto, è atta a ingenerare nel pubblico una distorta rappresentazione della realtà a tutto danno dell’Azienda e dei suoi esponenti. Si realizza così un grave e ingiustificato nocumento a carico della stessa Azienda e di chi vi opera a fronte di un’operatività del tutto regolare.  

Il San Carlo non ricorre (come falsamente affermato nell’articolo di Valerio Panettieri dal titolo “Ecco la prova del trasferimento” pubblicato sul Quotidiano di Basilicata del 17 marzo 2013, a pagina 5)  a società private per le assunzioni di dipendenti a tempo determinato ma, essendo un’azienda pubblica, applica la procedura dell’avviso pubblico.

Nelle more dell’autorizzazione regionale per la copertura dei posti previsti nel piano assunzioni 2007, il 23 aprile 2008 era deliberato un avviso pubblico per assumere 20 Oss a tempo determinato. Il 15 luglio successivo si procedeva all’ammissione di 423 candidati aventi i requisiti previsti, tra cui la persona coinvolta nella vicenda giudiziaria e si pubblicava, sulla base dei titoli prodotti,  la graduatoria che vedeva la suddetta collocarsi al 226esimo posto utile.

Nel corso degli anni questa graduatoria è stata utilizzata secondo due distinte modalità:

1. per conferire incarichi a tempo determinato nelle more della copertura di posti a tempo indeterminato;

2. per sostituire dipendenti a tempo indeterminato assenti dal servizio a vario titolo (maternità, aspettativa non retribuita, ecc.) con diritto alla conservazione del posto.

Così, nel maggio 2012, l’Azienda decise di chiamare in servizio, nell’attesa di perfezionare altrettante assunzioni a tempo indeterminato, 19 Oss a tempo determinato. Essendo stati già utilizzati i primi 174 classificati, si procedette a scorrere la graduatoria, a partire dal candidato successivo. A seguito di numerose rinunce, il 26 luglio 2012 fu convocata l’interessata che stipulò un contratto a decorrere dall’1 agosto e con scadenza fissata al completamento della procedura di mobilità per la copertura definitiva dei 19 posti. Per il prolungarsi di questa procedura il contratto dei 19 assunti a tempo determinato fu prorogato due volte, il 4 dicembre 2012 e il 24 aprile 2013, con scadenza finale 31 agosto 2013.

L’interessata ha sottoscritto le accettazioni delle proroghe in data 10 dicembre 2012 e 29 aprile 2013 ma il successivo 9 maggio presentò lettera volontaria di dimissioni per assumere servizio all’Asp di Potenza come vincitrice di concorso. L’amministrazione ospedaliera, peraltro, nel prendere atto delle dimissioni, provvide a trattenere dall’ultimo stipendio tre giorni di retribuzione per mancato rispetto dei termini di preavviso.

Il 12 settembre 2013 la persona in questione presentò un’istanza congiunta con una dipendente di pari grado del San Carlo per effettuare una mobilità di compensazione (ciascun dipendente prende il posto dell’altro). L’istanza, inizialmente denegata perché la dipendente Asp non aveva terminato il periodo di prova presso la sua Azienda, dopo l’attestazione da parte dell’Asp del superamento del suddetto periodo, fu doverosamente riconsiderata, seguendo il suo normale iter. La procedura, che prevede un colloquio in  cui l’Azienda vaglia l’idoneità del candidato, è stata perfezionata solo nelle ultime settimane.

E’ di tutta evidenza, quindi, che la suddetta non ha goduto di alcun favoritismo, ma la sua posizione è stata gestita in rigoroso rispetto delle norme e delle prassi aziendali.

Quanto alla foto pubblicata nei giorni scorsi in cui il direttore generale del San Carlo è ritratto al fianco dell’alto ufficiale della Finanza sottoposto a misura cautelare nella stessa inchiesta, corre l’obbligo di segnalare che la foto riguarda una cerimonia pubblica, tra le tantissime che quotidianamente vedono impegnati gli esponenti aziendali. In occasione della Pasqua 2013 un’associazione di volontariato composta da finanzieri motociclisti, insieme a un’associazione impegnata nella ricerca sulle malattie genetiche in area pediatrica, si recò nella pediatria del San Carlo per consegnare uova di Pasqua e doni ai bambini ricoverati.

Questo è il link alla foto originale: https://www.ospedalesancarlo.it/media/fotogallery/i_doni_delle_fiamme_gialle_yellow_fire_e_dellassociazione_g_lupo_ai_bambini_ricove?immagine=4 dalla quale si evince la natura pubblica e istituzionale dell’incontro.

Da quanto sin qui narrato discende che l’Azienda Ospedaliera Regionale San Carlo, a mezzo del suo legale rappresentante, si riserva di tutelare in tutte le sedi competenti le ragioni proprie e di figure aziendali, così ingiustificatamente esposte.

Ugo Maria Tassinari

capo ufficio stampa

Aor San Carlo Potenza

 

«La giovane donna intratteneva con Zarrillo un rapporto di tipo sentimentale e di recente aveva superato un concorso presso l’Asp di Lagonegro dopo aver svolto il lavoro di Oss presso l’ospedale San Carlo di Potenza per il tramite di una società convenzionata». Questo è quanto scrive il gip Rosa Larocca nell’ordinanza eseguita venerdì scorso a pagina 18. Rispetto alle immagini, scaricabili dal portale del San Carlo senza evidenti limitazioni di copyright, va da sé che nessun disonore può derivare dall’essersi fatti ritrarre con un colonnello della Guardia di finanza. 

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