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di PARIDE LEPORACE

ALLE dichiarate “democristianerie” del capogruppo Viti, politico navigato e dotato di bella sintassi, unico esponente del Pd autorizzato a interloquire con l’opinione pubblica in questo grave momento, considerate le presenze cinefile che ha in famiglia, mi verrebbe da rispondere alla Hannibal Lecter: «Vincenzo, gli agnelli hanno smesso di gridare?». Da buon cattolico quale sei, tu veramente pensi di rassicurare il mondo lucano con strategie di piccolo cabotaggio, con l’arguzia del buon padre di famiglia che ci promette di curvare sviluppo e ambiente senza non dico un mea culpa, ma almeno delle scuse. Il cronista politico del Quotidiano mi ha appena riferito le sintesi del dibattito del Pd a Potenza alla presenza del Gotha del partito, fatto salvo i due presidenti che gestiscono Giunta e Consiglio. Antonello Molinari ha detto che ci metterà la faccia a mantenere gli impegni presi in quel di Policoro, senza spiegare i suoi rapporti amicali con il dottor Sigillito. Roberto Speranza ha difeso “l’autonomia” del partito, non abbiamo capito da cosa e da chi? Poi si sono ascoltate grandi digressioni sulla caduta del Muro di Berlino, sulla forza propulsiva d’Internet e altri colpi d’ala del Partito-Regione che ha prodotto Fenice e il clientelismo fatto sistema. Chiedo ai vostri militanti e alla vostra base se questo è il dibattito serio di un partito di massa. Aspettiamo ancora le risultanze di questo foro interno di garanzia che si esprima su arrestati e inquisiti. Non siamo una Norimberga in formato tabloid. Siamo solo rappresentanza di opinione pubblica che nutre fede ancora nella passione civile. A tuo parere la vostra posizione politica è chiara. Insistete su una Commissione d’inchiesta che dovrebbe avere a garanzia una minoranza consociativa e silente che ha anche qualche coinvolgimento nelle scatole cinesi del Vulture-Melfese angosciato dai vostri inganni e dalla macchia nera che oggi mobiliterà dal basso tutti i sindaci della zona. Non si prende in nessuna considerazione la proposta, invece, d’istituire una Commissione scientifica internazionale che porti serenità alla Basilicata sullo stato attuale dei luoghi e della salute della persone. Ascolteremo oggi con pazienza quello che direte alla Basilicata sul centro Oli di Viggiano, sui pesci che muoiono nei fiumi, sulla qualità delle acque, sui tumori che aumentano senza che vi preoccupiate d’istituire un registro che tenga sott’osservazione una patologia cupa e ferale. Misureremo la credibilità della vostra proposta. Ha ragione Viti a chiamare in causa lo schieramento degli alleati. In troppi in queste ore lanciano il pallone in tribuna. Che delusione ieri il senatore Belisario, invitato a Raitre da “Brontolo”, si è messo a parlare di rifiuti ed ecomafie senza fare un accenno alle vicenda di Fenice nella sua regione. Che facciamo senatore? Nascondiamo la fetenzia sotto i tappetini? Ma qualcosa inizia a cambiare. Alessandro Singetta, un moderato, un avvocato garantista, offre analisi molto vicine a quelle del cittadino che s’informa e vuol sapere. Viti, nel suo articolo dichiara che bisogna “sotterrare le moschetterie”. Una pesante bocciatura dell’iniziativa politica dell’aria degli ex Ds che cercava spazio e iniziativa attorno al senatore Filippo Bubbico, anch’egli partecipe del silenzio degli innocenti a Potenza. Mi sia concesso ricordare a Viti quello che sostenne a Matera, da assessore all’agricoltura alla presentazione di un visionario libro di Paolo Albano. In quell’occasione sentimmo dire: «Bisogna, pertanto, avviare un nuovo percorso scommettendo su quello che la regione possiede. In particolare, la Basilicata deve passare dall’agricoltura alla ruralità come luogo di fertilizzazione globale del territorio. Deve poter scommettere sulla “green economy” per dare nuovo impulso allo sviluppo. E, inoltre, occorre riconsiderare il rapporto fra regione e città, e fra città e territorio. Su questi indirizzi il governo regionale, grazie anche alla spinta del suo presidente, Vito De Filippo, si sta muovendo. E sono certo continuerà a muoversi nella stessa direzione anche il prossimo governo regionale». Apprendiamo dai dati di ieri che la Basilicata è una regione popolata di poveri. Mi pare che abbiamo toppato: «Vincenzo, gli agnelli hanno smesso di gridare?».

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