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COSENZA – «In quel pezzo c’è un’imprecisione di fondo, non solo per ignoranza della materia, ma proprio per la volontà di utilizzare strumentalmente una notizia per deformare la realtà. E’ in atto una campagna di stampa contro il sindaco». 

Mario Occhiuto replica così alla pubblicazione degli incarichi per affidamento diretto che svelano un “esercito di architetti” al servizio del Comune.

Sindaco, ma è vero che con questi architetti lei ha lavorato col suo studio professionale?

«Sono stato per undici anni presidente dell’ordine, normale che li conosca tutti. E poi gli incarichi, che sono obbligatori, li affida l’ufficio, non io. Sono comunque tutti incarichi obbligatori e solo di supporto all’ufficio tecnico comunale. E comunque, per prestazioni di natura intellettuale, rivendico la facoltà di scegliere i migliori professionisti».

Ed è vero che con i soldi di questi incarichi lei sta pagando i debiti con professionisti che non può pagare altrimenti?

«E’ un falso completo. Non so chi può dire queste cose. Chi ha lavorato con me non chiederebbe mai una cosa simile».

Come mai tirare fuori una cosa del genere, allora?

«Ma vede, io a differenza di altri non parlo del personale. Mi piace confrontarmi sui contenuti. Sono una persona che ha uno studio riconosciuto fra i più prestigiosi, posso avere avuto dei problemi, ma da zero si riparte, questa non mi sembra una brutta cosa».

Chi la contesta dice che lei fa solo feste: panem et circensem.

«Ma quelle non sono feste. Noi abbiamo necessità di avere una città viva. Tra l’altro abbiamo ridotto di molto le spese per le feste, invece di chiamare grandi artisti abbiamo coinvolto le energie locali».

Lungofiume non ha penalizzato secondo lei l’esperimento dei temporary store e demolito definitivamente Invasioni?

«Le Invasioni sono state fatte bene secondo me. Abbiamo rispettato il concetto di contaminazione, portandole sul Lungofiume, dove anche altro target di gente ha potuto partecipare. E poi non possiamo pensare sempre al passato. Dobbiamo pensare nel merito, non mettendo etichette. C’è bisogno che Invasioni diventi un brand».

E i negozi? Si lamentano che non passi nessuno dal centro storico, per via delle attrazioni che sono tutte decentrate.

«Non è vero, stiamo facendo anche lì delle attività di supporto. Poi gli store aumenteranno e con il museo di Alarico che metteremo al posto dell’ex Jolly (un anfiteatro semichiuso in legno e vetro) quella zona cambierà completamente aspetto».

Lei ha un’idea per ogni angolo della città, che poi si traduce in progetto. Non è che l’assessore ai Lavori pubblici la soffre un po’?

«Non credo proprio, no».

Ma non si è dimessa più volte in polemica con lei?

«No, non è vero, ma le ho chiesto di restare dopo un momento di sconforto sull’emergenza casa. Sa, qui la gente viene per chiedere casa, lavoro, anche con modi non proprio ortodossi e non si può promettere qualcosa che non si può dare, pur volendo o consentire che San Vito o via Reggio Calabria diventino come dei quartieri-fortino. Bisogna fare politica non solo sulle persone, ma anche sui luoghi».

Piazza Bilotti, a che punto siamo con la gara?

«Siamo in una fase di valutazione, poi ci sarà un’ultima seduta pubblica».

Non le sembra strano che sia pervenuta una sola domanda?

«No, non è strano. E’ un effetto della crisi. Abbiamo fatto una manifestazione di interesse su alcuni terreni di viale Parco, ma non ci ha risposto nessuno. In questo caso specifico oltre al capitale pubblico, la ditta ha l’obbligo di corrispondere delle somme per gestire i parcheggi».

Le imputano di importare il “modello Reggio”, le risulta?

«Non so questo mio primo anno, orientato alla programmazione e alla progettazione, che cosa abbia a che fare con quello che viene definito negativamente “modello Reggio”».

A proposito di “primo anno”. Il vescovo sostiene che in un anno con i rom si siano fatte solo chiacchiere.

«Ho portato ai rom acqua e servizi igienici e in un anno abbiamo fatto quello che si riesce a fare: la progettazione nel piano di sviluppo urbano, di un Centro di valorizzazione di cultura rom».

E sulle ex officine? Ferrovie non vuole procedere alla bonifica per step. 

«Ho fatto un sopralluogo, scritto una lettera al prefetto per fare un nuovo tavolo in cui dico che lì dentro si svolgono attività meritorie e lo dico di persone che mi sono contro, che certo non mi votano».

Lei parla un po’ con tutti, cercando sempre il consenso, la mediazione, non le sa di pensiero unico?

«Le ideologie sono fallite, i partiti non possono stare appresso a queste cose. Io sono fatto così, mi pare un pensiero libero, non un pensiero unico».

Pensa mai a un’alleanza Udc-Pd-Sel?

«Io sono il sindaco di tutti. Ho una maggioranza che mi sostiene con lealtà, che mi dice di essere troppo aperto. Ho una giunta tecnica che porterò fino a fine mandato. Poi, se qualcuno responsabilmente si vuole unire…».

 

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