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CROTONE- Bonifica sempre più lontana. Il Tar della Calabria ha accolto i ricorsi di Sasol Italy spa volti ad ottenere l’annullamento dei decreti del Ministero dell’Ambiente con i quali si imponeva all’azienda di effettuare la bonifica del Sito di interesse nazionale (Sin) di Crotone, Cassano e Cerchiara, la decisione si basa sull’assunto che nessuna responsabilità per l’inquinamento del Sin di Crotone può essere ascritta alla società proprietaria, fino al settembre 2009, di alcune imprese per la detergenza di sodio silicato e fosfato ammonico.

Il collegio ha rilevato l’impegno assunto da Kroton Gres 2000 che, nel novembre 2009, comunicava al Ministero di essere divenuta proprietaria dell’area e, il 12 aprile 2010, subentrava nel procedimento di bonifica. Pertanto, manca «un approfondimento istruttorio circa il titolo giuridico capace di radicare la legittimazione passiva della ricorrente all’intervento ed alla distinta gradazione dello stesso, in relazione al diverso livello di responsabilità discendente dalla posizione di responsabile dell’inquinamento ovvero di mero proprietario delle aree: ciò assume particolare rilievo ove si tenga conto della consistenza significativa degli interventi programmati». 

Insomma, un «difetto di motivazione ed istruttoria» è alla base dell’annullamento dei provvedimenti impugnati. La Sasol non poteva essere chiamata a eseguire il risanamento poiché, «negando efficacia liberatoria al subentro del nuovo proprietario si giungerebbe alla paradossale conclusione per cui numerosi soggetti (tutti coloro che si sono avvicendati nella proprietà) sarebbero  “contemporaneamente procedenti”, ciascuno mantenendo un rapporto esclusivo con la pubblica amministrazione competente, per cui si dovrebbero ammettere due caratterizzazioni, due analisi di rischio, due progetti in violazione della stessa normativa ambientale, che prevede che il soggetto procedente può essere uno».

SULL’EDIZIONE CARTACEA IL SERVIZIO COMPLETO A FIRMA DI ANTONIO ANASTASI

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