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QUANTE storie, quante favole viaggiano lungo la direttrice Matera-Ferrandina. Storie di una politica inconcludente, indecisa, sottomessa.

Quanti Ministri sono passati da Matera per parlare di infrastrutture e sviluppo. Quasi tutti hanno parlato di colmare il gap della città e integrarla nella rete nazionale dei trasporti. In tempi recenti la scena dell’assegno a vuoto da 80 milioni di euro, firmato dall’allora titolare del Dicastero alle Infrastrutture, Alfonso Pecoraro Scanio, per la Matera-Ferrandina. Epocale pure la visita del ministro Antonio Di Pietro, dalle mani pulite ma dalla lingua biforcuta, il quale nel 2006 prometteva che il treno sarebbe arrivato in città nel 2009, prendendosela con un giovane cronista che invece denunciava la sparizione dei fondi stanziati dal governo per completare l’opera. A questa sequela di gaffe, sembra essersi iscritto anche il ministro Graziano Del Rio, che pontifica sugli investimenti del governo Renzi per la Bradanica (cantiere aperto da 30 anni) e la Statale 96 in via di ultimazione. Poi spiega che il Governo sta investendo per il potenziamento della rete Fal sulla tratta Bari-Matera. Si viaggerà in 45 minuti dice. Peccato che oggi ce ne vogliamo circa 90. Le Fal, ecco un problema. Le Fal hanno il loro unico business nella gestione di una linea metropolitana di superficie al servizio di Bari. Una sorta di transmurgiana, simile alla circumvesuviana di Napoli. Niente a che vedere con una ferrovia propriamente detta. E’ un’azienda pubblica che continua inspiegabilmente (o forse no?) a investire centinaia di milioni di euro in materiale rotabile a scartamento ridotto. Già sette anni fa l’azienda aveva annunciato di essere in grado di far viaggiare i treni sulla Matera-Bari in un’ora. Non ci è mai riuscita. I pendolari diretti a Matera spesso sono costretti a cambiare ad Altamura. Uno scalo su un percorso di 60 chilometri. Eppure ora tutti sono convinti che le Fal siano il futuro. Il loro programma che prevede il raddoppio della tratta fino a Grumo Appula (Puglia) viene finanziato come se fosse un’opera al servizio di Matera Capitale.

Ne è convinto il presidente della Regione, Marcello Pittella che ha più volte ribadito di non avere l’anello al naso e che sa bene che il treno Matera-Ferrandina non serve a nulla, è superato. Cosa o chi deve avergli instillato questa convinzione non è noto.

Se ci fosse un treno che da Matera riuscisse ad arrivare a Roma in cinque ore, gli altamurani (70mila abitanti) lo prenderebbero? E i gravinesi (43mila)? E i santermani (23mila)? La lista dei comuni interessati potrebbe allungarsi fino a dare il totale di circa 250mila persone potenzialmente interessate in un raggio di 30 km da Matera. Se solo qualcuno ci avesse pensato vent’anni fa, forse oggi l’alta velocità sulla Bari-Napoli attraverserebbe la Basilicata.

Ma ora il treno a Matera non serve, perché costa troppo. Un’altra favola bellissima. Non costa troppo la circonvallazione di Brienza, 120 milioni di euro per cinque chilometri su cui sorgeranno tre viadotti e due gallerie. Non costa troppo ammodernare (200milioni) la ferrovia Potenza-Foggia, linea per pendolari che avrebbero bisogno di treni confortevoli, non di arrivare cinque minuti prima alla Fiat. Non costa troppo ragionare sul collegamento su gomma Potenza-Bari, quando ammodernando la Basentana, realizzando il raddoppio della Ss 7 le due città sarebbero collegate velocemente attraverso la 99 e la 96. Favole. Non costa troppo il trasporto pubblico regionale su gomma. E’ inutile la ferrovia Ferrandina-Matera che costa meno di Cristiano Ronaldo.

“E’ compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economica e sociale che limitando di fatto la libertà e l’uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana…”. E’ il secondo comma dell’articolo 3 della Costituzione. Eppure c’è ancora chi immagina che la richiesta di infrastrutture sia un regalo della politica, non un adempimento per l’uguaglianza delle comunità. Nel 2015 la Ferrandina-Matera è incompiuta e incompresa. Di questo dovrebbe parlare la politica. Il resto è fuffa, costosissima fuffa.

roscer

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