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LAGONEGRO – Era rimasta con i suoi due bambini a bordo della Costa Fascinosa appena approdata nel porto di Tunisi Mariangela Varone, la cittadina di Lagonegro in crociera insieme al marito, il maresciallo dei carabinieri Giuseppe Larocca. Con loro, sulla nave della compagnia genovese attaccata dai terroristi dell’Is, un’altra coppia lucana e la potentina Concetta Gioioso. Per fortuna stanno tutti bene, anche se lo spavento è tanto e grande è la voglia di ritornare a casa e dimenticare l’incubo vissuto mercoledì, quando 5 militanti jihadisti hanno preso in ostaggio decine di persone all’interno del Museo Nazionale del Bardo – il più antico di tutta l’Africa – uccidendone più di venti e ferendone circa una cinquantina tra uomini, donne e bambini atterriti. Un’azione scioccante e senza precedenti, che ha portato lo spettro delirante e oscurantista del sedicente Califfato del Daesh a soli duecento chilometri dalle coste siciliane. La Fascinosa è ripartita ieri senza tredici passeggeri, 3 morti, 8 feriti e 2 dispersi: un esito drammatico per quella che doveva essere una settimana di svago e divertimenti tra visite guidate ed escursioni. Mentre il triste bilancio degli italiani coinvolti diffuso dalla Farnesina parla di quattro connazionali morti, dopo la conferma del decesso anche dei due dati in un primo tempo per dispersi. Una tragedia che ha coinvolto tanti cittadini di numerosi paesi europei – pare che i turisti fossero un preciso obiettivo dei terroristi – e che ha solo sfiorato la Basilicata. Raggiunta telefonicamente a bordo della Costa Fascinosa Mariangela Varone ha confermato di essersi fermata «sulla nave con i bimbi, mentre mio marito è sceso per l’escursione a Tunisi ma fortunatamente non era sul pullman coinvolto. Alcuni nostri amici di Verona hanno vissuto l’attentato in prima persona, perché erano sul bus che è stato mitragliato dagli attentatori: si sono salvati per miracolo, ma hanno visto persone morire. Sulla nave adesso la situazione si è tranquillizzata – ha assicurato – ma tante attività sono state sospese per rispetto a coloro che sono deceduti».

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