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MARTEDÌ in un vertice del Comitato per l’ordine e la sicurezza con il Prefetto Bellomo, ne parlerà sottolineando l’importanza di un adeguato sistema di sicurezza che garantisca gli ingressi in Tribunale. Il presidente Giuseppe Attimonelli Petraglione, ieri ha incontrato avvocati, magistrati e personale in una riunione nella sede dell’Ordine degli Avvocati. Con loro ha affrontato le defaillances del sistema di sorveglianza, le esigenze degli avvocati, i meccanismi di garanzia dell’incolumità di chiunque frequenti il Palazzo di giustizia. Pochi minuti prima, Attimonelli Petraglione aveva incontrato il questore Stanislao Schimera e il comandante provinciale dei carabinieri, Roberto Fabiani che torneranno con lui la settimana prossima in Prefettura.
Entrare in tribunale, oggi, è molto semplice. Le porte girevoli consentono l’ingresso e per ora non viene richiesto alcun documento di riconoscimento; se poi si entra dal garage, l’accesso è altrettanto agevole. Nessun pericolo finora, ma evitare che le maglie troppo larghe siano un incentivo per qualcuno, è la priorità.
I problemi nel palazzo di giustizia materano, d’altronde, non mancano. delle nove telecamere controllate da un sistema di videosorveglianza, cinque sono funzionanti ma le immagini non vengono esaminate e il metal detector dell’ingresso è fuori uso da 13 anni. Lo conferma il presidente Attimonelli Petraglione: «Problemi che abbiamo già segnalato, l’ultima volta poco più di un anno fa, ma se non arrivano fondi dal ministero non possiamo fare niente – spiega – Dobbiamo riflettere sui sistemi di sicurezza. A Matera, pur con un lavoro di grande rilievo e professionalità che svolgono i vigilantes della società che se ne occupa (l’Istituto Metronotte che si occupa anche della vigilanza del palazzo del Comune, ndr.), siamo consapevoli che serva fare di più. Oggi (ieri per chi legge, dnr.) in una riunione nazionale con il ministro, a Roma, faranno una panoramica della sicurezza sul territorio nazionale. Da qui emergeranno proposte concrete. Nel nostro caso si dovrà intervenire su sistemi attivi e passivi. Il livello, d’altronde, è migliorabile. Gli uffici sono esposti a una frequentazione intensa, stress e tensione sono all’ordine del giorno». Per il presidente dell’Ordine degli avvocati, Nicola Rocco è fondamentale ripristinare il rapporto fra avvocatura e cittadini. «Due gli ambiti di riflessione – ha sottolineato – il primo riguarda la mancanza di sicurezza, non esiste filtro di accesso. C’è poi un problema che riguarda anche l’immagine della categoria all’esterno». Il tema della delegittimazione, secondo Rocco, fomenta per molti versi l’insofferenza della gente comune e apre a reazioni come quella estrema dell’omicida di Milano. Per il Procuratore della Repubblica, Celestina Gravina il tema forte è legato al fatto che le decisioni devono spettare ad un momento privato, destinato alle istituzioni direttamente coinvolte. Gaetano Catalani, presidente della sezione penale del tribunale si è soffermato innanzitutto sulla situazione del tribunale materano che ha definito: «L’edificio non è certo una struttura impermeabile – ha detto- chiunque può accedere. E’ comunque anche un problema di immagine; un pass per un avvocato o un magistrato vuol dire far comprendere che in Tribunale si entra solo se si ha un motivo valido. Servono misure drastiche».

a.ciervo@luedi.it

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