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CUTRO (KR) – Tra la Calabria e Reggio Emilia non esiste solo un’emigrazione legata al lavoro, ma anche un’altra, altrettanto massiccia e molto più pericolosa, legata alle competizioni elettorali. Lo ha rimarcato il procuratore nazionale antimafia procuratore nazionale Antimafia Franco Roberti, durante la celebrazione del Tricolore a Reggio Emilia. «Fare la campagna elettorale in Calabria – ha detto il procuratore – per elezioni che si tengono qui in Emilia, vuole dire sapere che l’appoggio all’elezione viene dalla Calabria. Se un candidato vuole rivolgersi ai calabresi, può parlare ai calabresi che vivono in Emilia, non in Calabria. Se vai in Calabria vuole dire sapere che è là che si decide l’elezione. Se vai in Calabria a chiedere sostegno elettorale, vuole dire che è da lì che deve venire il via libera al tuo sostegno elettorale». 

Il riferimento, neanche troppo velato, è ai frequenti viaggi di politici e amministratori reggiani di andare a Cutro, dove c’è una foltissima presenza di emigrati residenti a Reggio Emilia, in occasione delle competizioni elettorali, alla ricerca di voti.

Un’abitudine, questa, a cui non si era sottratto neanche, nella primavera 2009, anche l’attuale sottosegretario alla presidenza del consiglio Graziano Delrio,  che all’epoca era sindaco uscente e che poi proprio in quella tornata è stato riconfermato. Anche Delrio, infatti, scese in visita a Cutro, e su questo viaggio, nel 2012 il sottosegretario è stato sentito anche dai pm antimafia di Bologna come persona informata sui fatti, nell’ambito di un’imponente inchiesta sulle infiltrazioni della ‘ndrangheta proprio in Emilia. Allora Del rio giustificò il suo viaggio con l’invito a partecipare alla festa del santissimo Crocefisso che si tiene ogni anno a maggio e che attira nella città degli scacchi quasi tutti gli emigranti. una importante festa religiosa.

Intervistato da una web tv reggiana, Cortocircuito, il procuratore Roberti stigmatiza, però, questi “pellegrinaggi”. «Se vai in Calabria vuol dire che sai che lì si decide – ha ribadito il procuratore nazionale antimafia – Ovunque tu sia nel mondo, se appartieni alla ‘ndrangheta prendi ordini dal Crimine di Polsi. E se tu vai in Calabria a chiedere sostegno elettorale vuol dire che è da lì che deve arrivare l’ok al tuo sostegno elettorale». Lo stesso procuratore non ha fatto, nell’occasione, nessun nome di politici, ma ha parlato in generale di questa abitudine. «Evidentemente – ha concluso il magistrato – c’è un cordone ombelicale tra certi cittadini della regione Calabria e i cittadini che stanno qua in Emilia». 

Solo qualche settimana fa, a fare scalpore erano state le affermazioni, riportate anche dal Quotidiano, del sindaco di Brescello Marcello Coffrini, che aveva detto la ‘ndrangheta nel suo paese non esiste e per le sue dichiarazioni shock era stato messo sotto processo dal suo partito, il Pd, che l’aveva costretto a rimettere il mandato al consiglio comunale.

Appena qualche ora dopo la Dia di Firenze e quella di Bologna e i carabinieri di Reggio Emilia hanno eseguito un maxi sequestro di beni a carico dei fratelli Sarcone di Cutro, ritenuti contigui alla cosca Grande Aracri.

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