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MELFI – Il Vulture scende in piazza contro le trivelle che rischiano di arrivare anche in questa parte di Basilicata già assediata dall’eolico. Si conclude così il lunghissimo anno di lotta della Basilicata, culminato a dicembre con una serie di manifestazioni che hanno dato linfa nuova ai movimenti, alle associazioni e ai cittadini contrari alle politiche energetiche attuate in Basilicata non soltanto dalla politica locale.
Questa volta ad essere invase sono state le strade di Melfi in questa grande manifestazione che ha visto insieme ancora una volta studenti, cittadini, comitati (in primis il No Triv Vulture) e agricoltori a bordo dei loro trattori. Lo schema è molto simile alla manifestazione anti Sblocca Italia fatta a Potenza, solo che a tenere in piedi la manifestazione questa volta è un altro slogan: “Ogni pozzo sarà una barricata”.
«Arrivati alla stazione – raccontano gli organizzatori – il corteo non si è accontentato di terminare la manifestazione con un comizio delle solite trite e ritrite chiacchiere, ma ha voluto dare un segnale, proseguendo ancora in corteo nelle vie del centro nonostante il divieto ed il tentativo della polizia di fermarlo. Oggi a Melfi abbiamo voluto sottolineare ancora una volta che non è piu’ il tempo delle chiacchiere, delle parole, ma bisogna passare ai fatti, al blocco e che in ogni città, in ogni piazza bisogna scendere in piazza non per il simbolico ma per bloccare tutto. Oggi le strade, domani i pozzi, gli inceneritori, i palazzi del potere».
E così tra striscioni che recitano: “Più vino, meno petrolio” ricordando l’alta vocazione del territorio del Vulture, gli studenti i muovono compatti dietro lo striscione “la Basilicata non va trivellata, ogni pozzo sarà una barricata”. Li seguono gli agricoltori con una lunghissima colonna di trattori e mezzi, a ribadire la necessità di guardare ad un nuovo modello di sviluppo. Basta trivelle, agricoltura in primo piano.
Questo è un discorso che sta accompagnando i movimenti da sempre, trasformare la lucania in una vera e propria miniera d’oro dal punto di vista agricolo.
Ma ancora una volta i grandi assenti sono i cittadini. C’è stata una massiccia presenza di giovani e giovanissimi ma non della cittadinanza di Melfi. E la cosa è stata ribadita più volte anche durante gli interventi che si sono susseguiti alla fine della manifestazione. Ma dietro la questione non c’è soltanto il piano di estrazioni nel Vulture. C’è da ridiscutere tutto, a partire dalla gestione dei rifiuti e del cosiddetto combustibile derivato che dovrebbe essere prodotto all’interno degli opifici come quello previsto a Senise. E questo movimento, fatto di soli cittadini, promette di raccogliere attorno a sé tutte le istanze di questa parte di territorio che ha chiuso l’anno tra i fumogeni e le proteste.

v.panettieri@luedi.it

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