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E’ UN groviglio di malaffare, quello che si celerebbe dietro le due storie di Serafino Aliani, imprenditore di Grottole e Raffaele Sardone di Genzano di Lucania.

Due storie che certificano, semmai ce ne fosse bisogno, la natura raffinata e complessa che assume il fenomeno dell’usura nell’ultimo decennio. Aliani è titolare di un’azienda che funziona, con un core business che parte da Grottole, dove coltiva da anni cereali, ulivi e vite da vino. Nel 2010 si rivolge a una banca pugliese per chiedere un prestito, finalizzato ad investire nell’acquisizione di un’altra azienda di Pisticci.

La banca lo dirotta su di una finanziaria, specificando che sarebbe stata l’unica strada utile per ottenere il denaro. Aliani perfezione il contratto con la finanziaria, acquista i terreni e l’azienda pisticcese, dove inizia la sua attività di coltivazione ortofrutticola. La formula imposta dalla finanziaria era quella di aprire un conto corrente ordinario, ovvero senza la possibilità di compiere operazioni in autonomia, dove doveva confluire il denaro, di cui l’imprenditore poteva usufruire solo previa autorizzazione della finanziaria. Nel frattempo doveva regolarmente pagare le cambiali, che servivano a coprire la somma di denaro già erogata dalla banca alla finanziaria e confluita sul conto.

Il problema nasce quasi subito, perchè Aliano inizia a ricevere il denaro con il contagocce, a fronte di regolari pagamenti delle cambiali. Il trucco serviva a mettere a disposizione della finanziaria le somme di denaro, che verosimilmente venivano dirottate altrove. Un meccanismo rodatissimo, che ha progressivamente indebolito le finanze dell’imprenditore, il quale ha onorato i pagamenti fino all’arrivo della crisi e delle successive alluvioni, quando non è più riuscito indebitandosi cronicamente.

Poco più di un anno fa, Aliani si è rivolto ad Altragricoltura bussando alla stanza del prefetto di Matera, Luigi Pizzi, che giustamente ha invitato l’imprenditore a denunciare. Così è stato, ma il corposo fascicolo è passato subito da Matera alla Procura competente di Bari, dove fino a qualche mese fa si era addirittura perso. Tanto che Aliani è stato costretto a recarsi in Procura per sollecitarne il ritrovamento.

Risultato: dopo quasi due mesi la pratica contro la finanziaria è ferma al palo, mentre Aliani continua ad essere “regolarmente” usurato. Un caso che dovrebbe scoraggiare chi volesse denunciare, ma per fortuna non è sempre così. Stesso copione, con un’aggravante, per Raffaele Sardone, giovane imprenditore di Genzano, caduto nel tranello ben orchestrato pur essendo un dottore commercialista. Anche lui ha denunciato, dopo essere stato costretto persino a partecipare al capitale sociale lasciato volutamente aperto, con ben 100mila euro, senza poi ottenere il prestito. Da qualche mese questi due procedimenti e altri due, sono stati riuniti in un unico fascicolo aperto dal pm barese Angelillis. Si auspica, quindi, che le indagini procedano più rapide.

a.corrado@luedi.it

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