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Cinque extracomunitari sono stati arrestati dalla squadra mobile di Agrigento questa mattina, per atti di violenza e per aver ucciso alcuni migranti, gettandoli vivi in mare, durante una traversata dalla Libia a Lampedusa avvenuta lo scorso 4 agosto su un barcone. Durante quella traversata alcuni migranti erano morti per asfissia dopo essere stati stipati nella stiva della barca. Il corpo di una delle vittime era ancora sull’imbarcazione e fu recuperato durante i soccorsi prestati a Lampedusa. All’arrivo dell’imbarcazione era stato arrestato il conducente, ritenuto responsabile di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e di omicidio.
Due ghanesi Kujo Ahmokugo, di 44 anni, e Adama Mohamed, di 28, accusati assieme agli tre cittadini extracomunitari arrestati oggi, sono stati arrestati nel Centro di accoglienza per richiedenti asilo di Rogliano (Cs) dagli agenti della Questura di Cosenza. Gli altri extracomunitari finiti in manette sono stati rintracciati a Palinuro e in un albergo di Enna.

LA RICOSTRUZIONE DEI FATTI
Sul barcone quel giorno c’era stato un vero e proprio scontro etnico tra centrafricani e maghrebini; questi ultimi vengono sopraffatti e così sul barcone partito dalla Libia e giunto con 367 immigrati a Lampedusa, succede l’inferno. I centrafricani infatti uccidono almeno una quindicina di nordafricani, i loro corpi sono anche buttati in mare, alcuni quando vengono abbandonati nel Canale di Sicilia sono ancora vivi.
Molti di loro sono stati uccisi nella convinzione, è stato poi accertato, di “placare l’ira degli dei” dopo una traversata piuttosto difficile culminata con l’avaria al motore e l’imbarcazione alla deriva. Per risalire alle cinque persone arrestate nella notte, tutte già in possesso di permesso di soggiorno dopo avere richiesto e ottenuto asilo politico i poliziotti hanno sentito almeno un centinaio dei profughi giunti il 4 agosto a Lampedusa.
I provvedimenti di fermo sono stati firmati dal procuratore aggiunto di Agrigento Ignazio Fonzo e dal sostituto procuratore Andrea Bianchi. Tutti sono gravemente indiziati del reato di omicidio plurimo doloso, pluriaggravato dai motivi abietti e futili e dalle circostanze di tempo e di luogo.
I testimoni avevano riferito agli investigatori una sorta di racconto dell’orrore. Prima i contrasti etnici tra centrafricani e nordafricani, poi l’avaria al motore e infine la battaglia a bordo che ha visto i centrafricani prendere il sopravvento. Alcuni altri migranti sono morti per asfissia dopo essere stati stipati nella stiva e i cadaveri sono stati gettati in mare.

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