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MATERA – Ancora assegnazioni nei Sassi. Ed altri casi. Sono destinati probabilmente ad uscirne come funghi dopo la questione Fare verde. Stavolta il caso fa riferimento ad un’assegnazione, per determina dirigenziale del 17 febbraio scorso quando siamo ancora nell’Amministrazione Adduce.

In sostanza il dirigente del  Comune di Matera ai Sassi affida insieme ad una serie di immobili privati dati in subconcessione anche uno di quelli derivanti da confisca di beni alla criminalità. Ma non lo fa ad un’associazione ambientalista o di volontariato a cui questi beni sono destinati ma ad una Srl.

A questa società, così come si legge nella determina vengono dati in sub-concessione una serie di immobili nei Sassi per i quali il Ministero per i beni culturali: «ha rilasciato l’autorizzazione alla sub concessione  a condizione che le misure di conservazione dovranno attenersi a quanto prescritto dai Piani biennali di attuazione della legge 771 previa autorizzazione della Soprintendenza sui relativi lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria e che le condizioni di fruizione pubblica si intendono assicurate dal previsto uso turistico».

In più però tra gli immobili concessi vi è anche «l’immobile riveniente da confisca alla criminalità organizzata che si aggrega agli altri di proprietà privata».

La questione, finora passata sostanzialmente “inosservata” diventa inevitabilmente di stretta attualità dopo il caso di “Fareverde” che ha riguardato la custodia di un immobile confiscato alla mafia ad un’associazione ambientalista con relative polemiche sino alla richiesta di dimissioni dell’assessore Amenta ed al caso delle tessere dell’associazione che venivano ritirate in assessorato.

«La morale politica è che Adduce non può permettersi di fare il moralizzatore» è l’attacco di Pasquale Di Lorenzo, «tutto questo succedeva solo pochi mesi fa sotto la sua Amministrazione. Noi dobbiamo verificare per bene quello che sta accadendo nei Sassi che sono il nostro fiore all’occhiello, il nostro biglietto da visita che ci ha portato in qualche modo ai grandi risultati ottenuti fino ad ora. Ma quest’assicurazione sul nostro futuro va tutelata e resa trasparente, un discorso che parte da questa situazione e va reso generale.

I Sassi» conclude Di Lorenzo, «non possono essere il dominio assoluto ascrivibile a certi radical chic di alcuni centri sinistrorsi che pensano di poter fare quello che vogliono».

La questione che probabilmente diventerà anche oggetto di interrogativi ufficiali in Consiglio comunale si allarga dunque all’utilizzo di quegli immobili che sono stati confiscati alla mafia e sulla loro assegnazione, non solo limitata all’ultimo caso riferibile a Fare Verde ma anche a tutti quelli che lo hanno di fatto preceduto.

La questione aveva già sollevato una reazione da parte di Matera si Muove, movimento vicino a fareverde che aveva presentato un’interrogazione con i suoi consiglieri per ricordare che «c’è un verbale di consegna con cui una parte di quegli immobili sono stati consegnati a Tolbà e sono occupati dalla sede di Legambiente».

Su quel verbale di consegna e su questa determina dirigenziale di febbraio si fonda oggi l’attacco nei confronti di una serie di pratiche che vedono i Sassi come veri e propri involontari protagonisti.

E molte altre potrebbero essere le questioni che in futuro verranno sollevate: «con riferimento ad un vero e proprio libro bianco sui Sassi che dovremo andare a preparare e una serie di altre questioni su cui è bene che si facciano degli approfondimenti necessari e dovuti».

La polemica politica si allarga dunque e la stoccata di Di Lorenzo verso Adduce: «non può fare il moralizzatore» rischia di riaprire un confronto che solo negli ultimi giorni era stato accantonato ma che non manca di lasciare altri strascici. Con una serie di accuse specifiche.

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