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UN caso chiuso. Con soli tre voti contrari e cinque astenuti. Una maggioranza compattata malgrado le basi di ragionamento siano sostanzialmente cambiate e non siano mancate le critiche feroci di alcuni consiglieri di opposizione. Di certo però da ieri sera la gestione degli impianti sportivi cittadini diventa affare tecnico-amministrativo che richiederà i tempi necessari per perfezionare il bando secondo le indicazioni pervenute e assegnarlo ai nuovi gestori.

Non un tempo breve ma di sicuro una lunga proroga vede più vicina la parola crisi.

Molto però rispetto alle passate basi di ragionamento è cambiato. La maggioranza infatti ha trovato la quadratura e l’accordo su un maxiemendamento che ha previsto l’estensione da 3 a 5 anni dell’affidamento in gestione ma soprattutto il passaggio dal contributo zero definito in passato al contributo economicamente più vantaggioso “con importo massimo a base di gara non superiore al totale degli attuali contributi già corrisposti ridotto del 10 per cento”. Insomma come minimo il risparmio su ogni impianto sarà del 10 per cento. Se poi ci saranno più offerte potrà anche migliorare. Ancora è stato introdotto il requisito dell’esperienza con impianti analoghi. Elementi che hanno di fatto accomunato quasi tutte le strutture.

Una differenza viene fatta in particolare per le due strutture più grandi Stadio XXI Settembre, PalaSassi (piscina+Palasport) e Circolo tennis che prevedono “l’offerta economicamente più vantaggiosa previo avviso pubblico di manifestazione di interesse tenendo conto” di una serie di parametri tra cui “l’ammontare dell’investimento per l’adeguamento degli impianti ed eventuali apporti migliorativi alle strutture e la durata dell’ammortamento”.

«Per queste due strutture che richiedono un intervento di manutenzione cospicua abbiamo scelto una strada diversa rispetto alle altre in modo da dare al privato la possibilità di investimento con un ammortamento eventuale in un periodo più lungo» ha spiegato Angelo Cotugno nel suo intervento iniziale.

Le critiche più feroci sono invece arrivate da Doriano Manuello che non ha lesinato accuse: «questa è una delibera completamente stravolta. Abbiamo fatto 30 commissioni su questa questioni, torniamo in Consiglio dopo quasi due anni per vedere il lavoro completamento cambiato e piegato alle necessità di una riunione di maggioranza. A questo punto siccome ogni commissione costa tra i 1000 e i 2000 euro a seduta chiedo e propongo di rinunciare ai nostri gettoni. A cosa servono così queste commissione e si sminuisce il ruolo degli stessi consiglieri». Parole pesanti che di certo commentano un cambio di rotta che indubbiamente c’è stato così come c’è stata una parziale retromarcia su molte delle questioni e degli impianti a cominciare dal contributo zero Di certo però il Consiglio porta a casa un risultato, su cui si può discutere manifestando critiche e perplessità ma un risultato che dovrebbe definire al più presto un’annosa situazione che si trascina da tempo.

p.quarto@luedi.it

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