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ISOLA CAPO RIZZUTO – Maria Rosa Prandelli, l’ex amministratrice del villaggio turistico Capo Piccolo di Isola Capo Rizzuto, sembra essere scomparsa nel nulla. Le tracce della donna si sono perse a Nova Levante, in provincia di Bolzano, dove gestiva il Grand Hotel Careza ed è stata ritrovata l’auto Nissan “Micra” a bordo della quale si sarebbe allontanata senza spiegare dove si sarebbe diretta. Almeno questo è il contenuto della denuncia presentata alla Questura di Bolzano lo scorso 8 luglio dalla cognata Barbara De Nigris, che gestisce l’albergo insieme alla Prandelli e a suo fratello. Pare che l’imprenditrice avesse con sé il passaporto, ipotesi che lascerebbe propendere per l’ipotesi di un allontanamento volontario, ma gli inquirenti, da quanto è stato possibile apprendere, indagano a vasto raggio, tanto più che i suoi familiari sono estremamente preoccupati perché la donna non si era mai resa irreperibile. 

 
L’imprenditrice, 64enne, è molto conosciuta a Isola per aver amministrato il villaggio Capopiccolo, dalla cui gestione fu estromessa in seguito a polemiche legate sia al mancato pagamento delle maestranze che vantavano crediti per diverse mensilità, tant’è che fu denunciata da un gruppo di condomini per omesso versamento di contributi Inps per oltre 300.000 euro e per presunte irregolarità nei bilanci; sia per problemi di carattere sanitario che fecero scattare, nel giugno 2012, un’ordinanza di chiusura del residence e l’immediata cessazione dei servizi (ristorante, pizzeria, bar e piscine) poiché l’unica fornitura d’acqua per le abitazioni e gli esercizi commerciali era quella di acqua grezza (per usi agricoli) con parametri di inquinamento non conformi agli standard di legge. Così nel luglio 2012 fu eletto un nuovo Cda. 
 
Nel gennaio 2013 la Prandelli subì una misteriosa aggressione. Tre sconosciuti coi volti coperti da passamontagna entrarono in azione mentre la donna rincasava col marito, Francesco Sollazzo, di 93 anni; attesero che la donna uscisse dalla sua auto per colpirla con dei bastoni, ma anche a calci e pugni, in varie parti del corpo. All’imprenditrice, alla quale, in particolare, fu procurata dal commando la frattura dei polsi, i sanitari dell’ospedale di Crotone riscontrarono lesioni guaribili in 30 giorni. Si esclusero, nella prima fase delle indagini, implicazioni della ‘ndrangheta ma da allora la donna fu sottoposta a una forma di tutela tant’è che ogni volta che rientrava a Isola, dove ha ancora interessi, doveva avvisare i carabinieri perché attuassero la vigilanza nei suoi confronti. Pare, comunque, che la donna non ottemperasse costantemente a quest’obbligo. Non si esclude, in ambienti investigativi, che i problemi di ordine economico possano avere a che fare in qualche modo con la sparizione dell’imprenditrice.
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