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POTENZA – Sono 64 i centri lucani in cui si realizzerà il progetto di Telecom Italia per la fornitura dei servizi digitali innovativi, con connessioni internet in fibra ottica da 30 a cento megabit al secondo: tutte le fasi del progetto, che rientra in un bando per la Regione e che la Telecom si è aggiudicata, termineranno nel 2016, per un investimento complessivo di circa 32,3 milioni di euro, di cui 22,2 da un finanziamento pubblico e 10,1 milioni di investimento da parte della Telecom. Il progetto è stato presentato ieri mattina a Potenza. Tutti gli interventi consentiranno di raggiungere complessivamente il 74% della popolazione, «facendo così della Basilicata una delle più avanzate realtà italiane con soluzioni tecnologiche di nuova generazione». La Telecom si è aggiudicata il bando per la Regione per i contributi destinati alle infrastrutture ottiche passive: «La Telecom – ha detto il presidente Giuseppe Recchi – è stata l’unica società italiana che ha creduto in questo bando, per creare in Basilicata 64 “bandiere” di tecnologia avanzata». In particolare, il progetto presentato dalla Telecom prevede entro il 2016 la copertura di 64 comuni (di cui 49 nel potentino e 15 nel materano), rivolgendosi a un bacino di 330 mila abitanti, che potranno sfruttare, su tutte le aree coperte, collegamenti “ultrabroadband” con velocità a partire da 30 e fino a cento megabit al secondo. Secondo il presidente Marcello Pittella «questo investimento ci permette di fare un grosso passo verso il superamento del digital divide, consentendo alla pubblica amministrazione e ai cittadini di poter accedere con estrema facilità a una pluralità di servizi». Abbiamo parlato di tutto questo con il presidente di Telecom Italia, Giuseppe Recchi.

 

Presidente, in cosa consiste il piano ultrabroadband in Basilicata nel quale Telecom è impegnata come azienda che deve realizzare la nuova infrastruttura?

«Stiamo portando la fibra ottica in 64 comuni della regione, vale a dire i servizi digitali veloci a cittadini, imprese e istituzioni. Lo facciamo grazie a un investimento di 32,3 milioni di euro, di cui circa 22,2 di finanziamento pubblico tramite la Regione e oltre 10 a carico nostro. Porteremo l’ultrabroadband, vale a dire connessioni con una velocità da 30 a 100 Megabit al secondo, a circa 330 mila abitanti e 300 edifici pubblici, tra cui 116 sedi della pubblica amministrazione, 73 delle forze armate, 91 istituti scolastici e 13 tra ospedali e strutture sanitarie. Questo intervento, sommato a quello che stiamo facendo autonomamente a Matera e Potenza, consentirà di portare la banda ultralarga al 74% dei cittadini della Basilicata».

Cosa può significare per una regione come la Basilicata, che sconta ritardi storici, avere a disposizione un’autostrada digitale grazie alla fibra ottica? Crede che le tecnologie avanzate possano realmente aiutare le aree depresse?

«Le ricadute positive dell’ultrabroadband sul territorio saranno molteplici. Parliamo di maggiore occupazione generata dagli investimenti, che porteranno benefici a tutto l’indotto e quindi anche alle imprese locali, di nuove opportunità di lavoro e di aziende che diventeranno più competitive grazie alle nuove tecnologie. Ma una forte spinta verso l’innovazione potrebbe arrivare anche dalla digitalizzazione della pubblica amministrazione, il che significa meno burocrazia e servizi migliori per cittadini e imprese».

L’intervento in Basilicata è in linea con quello che state facendo a livello nazionale?

«Dire che sia in linea è riduttivo, perché grazie alle sinergie tra pubblico e privato riusciamo a fare qui entro il 2016 quello che altrove richiede più tempo: lo dimostrano i programmi di copertura che le ho appena fornito. Se oggi stiamo parlando di un grande progetto che vede protagonista la Basilicata, è proprio grazie a questo efficiente modello di collaborazione che in alcune aree del Paese diventa fondamentale per la realizzazione di queste grandi infrastrutture».

Quale spazio avrà il Mezzogiorno nel vostro nuovo piano industriale?

«Partiamo in maniera decisa proprio dal Sud che è l’area del Paese dove la proattività delle amministrazioni locali si è dimostrata maggiormente dinamica, anche grazie ai finanziamenti pubblici. Oltre alla Basilicata, ci siamo infatti già aggiudicati i bandi per lo sviluppo delle infrastrutture a banda ultralarga anche in Campania, Puglia, Calabria e Molise».

E’ realistica la data del 2016 per finire i lavori della banda ultralarga nei 64 comuni previsti dal piano?

«Il nostro impegno è di completare tutti gli interventi infrastrutturali entro la fine del prossimo anno. Ma l’esperienza delle altre regioni dove stiamo portando avanti piani analoghi, ci trasmette un cauto ottimismo sul fatto che potremmo completarli anche in anticipo. Come ho detto prima, stiamo cablando velocemente tutta l’Italia».

Telecom ha annunciato 4 mila nuovi posti di lavoro in Italia. Quanti ne sono previsti in Basilicata?

«L’incremento degli investimenti e la realizzazione di reti infrastrutturali di nuova tecnologia renderanno necessario l’inserimento in azienda di nuove professionalità. Stimiamo di effettuare circa 4 mila assunzioni nel prossimo quadriennio, anche grazie alla nuova normativa messa a punto dal governo con il jobs act. Appena ci saranno le condizioni, andremo a valutare come calibrare questi inserimenti sul territorio».

Concludo con una domanda sull’agenda digitale: ce la farà l’Italia a centrare gli obiettivi imposti dall’Europa?

«Il Governo sta portando avanti il programma relativo all’agenda digitale con grande serietà, grazie a un piano che ha il merito di ponderare in maniera equilibrata la domanda e l’offerta di banda ultra-larga. I grandi interventi infrastrutturali richiedono rapidità di esecuzione e noi abbiamo l’opportunità di essere quelli che li renderanno possibili, perché contribuire allo sviluppo e alla trasformazione del Paese fa parte della nostra missione».

a. g.

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