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Il pm di Napoli Henry John Woodcock

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La notizia oggi su Repubblica: «In Basilicata decidono tutto i Pittella». Gli intrecci lucani dell’inchiesta napoletana sugli appalti (ma i due fratelli non sono indagati)

NAPOLI – Incrocia anche la Basilicata l’inchiesta napoletana sugli appalti e gli interessi dell’imprenditore napoletano Alfredo Romeo. I pm di Napoli Henry John Woodcock e Celeste Carrano – si legge oggi su Repubblica – indagano con il pool di Roma diretto dal procuratore aggiunto Paolo Ielo, e alcune intercettazioni fanno luce sugli affari e «svariate gare d’appalto in tutta Italia, da Palermo a Napoli, dalla Basilicata a Roma». Nella Capitale si indaga sul filone degli appalti Consip. 

«In un’informativa già depositata, quella redatta dai carabinieri del Noe il 25 novembre scorso, compaiono stralci di colloqui (tra Romeo e l’ex deputato di An Italo Bocchino – ndr) tuttora al vaglio dei magistrati – si legge nelle pagine dell’edizione campana del quotidiano diretto da Mario Calabresi –. Quando si discute della Basilicata, Bocchino sostiene di aver parlato con due ex di An che gli avrebbero suggerito di provare a rivolgersi al presidente della Regione, Marcello Pittella perché “decide solo ed esclusivamente lui” o al fratello, l’europarlamentare Gianni. Asserendo che uno “è più di alto livello”, mentre l’altro sarebbe “un pochino più aggressivo”. I due fratelli, così come Schifani, non sono indagati», specifica la testata.

LA REPLICA DEL GOVERNATORE «Mi sento totalmente estraneo dalle notizie riportate in queste ore da alcuni giornali – ha commentato il presidente della Regione Basilicata, Marcello Pittella –. Non conosco assolutamente l’ex onorevole Italo Bocchino. Non ho mai avuto richieste di incontro e non ho mai avuto contatti su gare da appalti dal signor Romeo. Mi duole ancora una volta, a distanza di una settimana, costatare come un giornale locale nella edizione on line, abbia già tradotto una conversazione telefonica, tra l’altro non mia, in un titolo che lascia intendere ciò che non è mai avvenuto. A tal proposito, mi riserverò di valutare ulteriori azioni a tutela della mia immagine, ove mai dovesse innescarsi l’ennesima corsa a chi la spara più grossa solo per fare rumore».

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