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CATANZARO – Calabria seconda solo alla Campania. In cima alla lista delle regioni d’Italia con il maggior numero di discariche illegali. E’ questo il dato, drammatico, che emerge dai dati forniti dalla Commissione Europea che ha chiesto alla Corte di giustizia la condanna dell’Italia ad una multa di 56 milioni di euro. Una multa pesantissima, legata al fatto che l’Italia non ha rispettato la sentenza con cui il nostro Paese era stato già riconosciuto colpevole per centinaia di discariche illegali per l’omissione dei controlli nella gestione dei rifiuti. 

Così, dai dati forniti dalla Commissione Europea, emerge che in Calabria sono 43 le discariche illegali censite e solo la Campania riesce a fare peggio con 51 discariche fuori norma. Alle due battistrada segue l’Abruzzo (37), il Lazio (32), la Sicilia (24). Il totale è di 255 discariche illegali disseminate in tutta Italia e per le quali nessuno ha mosso un dito nonostante la pesante sentenza di condanna già inflitta dall’Europa.

Per la Calabria il dato acquisito è ancora più drammatico se si tiene conto che la regione è commissariata da circa 14 anni con l’obiettivo di superare l’emergenza dei rifiuti, ma la nuova bocciatura europea suona come l’ennesima sconfitta del sistema. Centinaia di milioni di euro spesi, un commissariamento che, secondo il governo Monti, dovrebbe chiudersi a fine anno, ma un sistema ancora allo sbando, pronto a saltare alla prima occasione, appena una sola delle discariche presenti è costretta a chiudere per un qualunque motivo. E poi la particolarità di intere province, come quelle di Cosenza e Vibo Valentia, che ancora non hanno nemmeno una discarica a disposizione per il territorio, costringendo le altre realtà a raccogliere i rifiuti prodotti in questi territori, creando un ulteriore aggravante ad un sistema già zoppicante.

L’annuncio della nuova multa, a soli due mesi dalla possibile fine del commissariamento, appare la beffa che si aggiunge al danno per le scelte irrazionali compiute negli anni, molte volte accompagnate da un incredibile e sostanzioso sperpero di denaro pubblico.

 

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