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L’ANNO giudiziario si è aperto con molti punti critici all’ordine del giorno, in primo luogo, ovviamente, la lotta alla criminalità organizzata e la carenza di organico registrata in modo più o meno omogeneo in tutti i tribunali, ma oltre alle criticità peraltro già note dalle relazioni dei presidenti di corte d’Appello emergono anche dati interessanti riguardo svariati aspetti del vivere sociale.
LE COPPIE SCOPPIANO E CRESCONO I RICORSI FISCALI. In Calabria aumentano i procedimenti per separazione personale e divorzio, così come sono in crescita le cause di opposizione a cartelle esattoriali per crediti contributivi dell’Inps e dell’Inail e sono in sensibile aumento le dichiarazioni di fallimento. Sono questi alcuni dati salienti della condizione in cui si trova la giustizia civile nel distretto della Corte d’Appello di Catanzaro, illustrati oggi dal presidente vicario della stessa Corte, Bruno Arcuri, nel corso della cerimonia per l’inaugurazione dell’anno giudiziario che si è svolta nel palazzo di giustizia del capoluogo calabrese. Rispetto al tema del lavoro, poi, si registra una diminuzione delle pendenze relative al contenzioso previdenziale, mentre c’è un maggiore afflusso di controversie relative ai rapporti di lavoro dei privatizzati, mentre nel distretto «continuano ad essere assai numerosi i procedimenti in cui è convenuta in giudizio la pubblica amministrazione», soprattutto per specifiche responsabilità quali l’omessa o la trascurata manutenzione di strade o altri beni immobili oppure l’occupazione di terreni senza che sia stato portato a termine il procedimento espropriativo. 

IL SOVRAFFOLAMENTO DELLE CARCERI.  Secondo Bruni Arcuri, poi, la situazione di sovraffollamento carcerario ha raggiunto in Calabria una condizione “allarmante”, con una «grave situazione igienico-ambientale». I numeri presentati nella relazione sono drammatici: 2.128 sono i detenuti presenti negli otto istituti di pena del distretto, portando un sovraffollamento a cifre esorbitanti. Il record va all’istituto di Lamezia Terme, dove sono presenti il 172 per cento di detenuti in più rispetto alla capienza, seguito dal carcere di Catanzaro + 157 per cento e Cosenza con un più 154 per cento; quindi il 105 per cento in più a Vibo Valentia, il 90 per cento in più a Castrovillari e il 54 per cento in più nella casa di reclusione di Rossano. Tutto questo, ha aggiunto il presidente Arcuri, con una scopertura di organico per educatori, personale amministrativo e di agenti di polizia penitenziaria, oltre alla beffa di strutture pronte per essere aperte ma chiuse ormai da tempo, come nel caso del Centro diagnostico terapeutico di Catanzaro. 

AUMENTANO GLI OMICIDI E I REATI FINANZIARI ALIMENTATI DALLA CRISI ECONOMICA. Situazione “allarmante” per il numero di omicidi volontari, ma, aggiunge ancora il presidente vicario Arcuri, anche rispetto allo stalking e alle violenze sessuali, mentre è «notevolmente peggiorata» la condizione dei reati ambientali. Si continua a registrare, infatti, una molteplicità di reati, con impennate di alcuni dati che la dicono lunga anche sull’influenza della criminalità organizzata. Nello specifico, Arcuri ha sottolineato l’elevato numero degli omicidi volontari, facendo particolare riferimento alla situazione di Vibo Valentia. Crescono anche i delitti contro la pubblica amministrazione, così come sono «in continuo costante aumento» i dati relativi agli infortuni sul lavoro. Rispetto ai reati di stalking e violenze sessuali, pur in una omogeneità dell’andamento dei reati sul territorio, particolarmente critica appare la situazione di Cosenza. Altrettanto critica è la condizione relativa ai reati di usura, rapina, estorsione e furti, spesso legati all’influenza della criminalità organizzata, e comunque con dati che ancora registrano un notevole sommerso relativo all’usura per «i legami di sudditanza tra vittima e finanziatore». Rispetto ai reati legati al falso in bilancio e alla bancarotta fraudolenta, alimentati dalla crisi economica, un particolare segnale è stato rivolto all’area del Cosentino, dove, ha ricordato Arcuri, «il panorama criminale continua a registrare la presenza di un tessuto imprenditoriale parassitario, abituato a trarre vantaggio in maniera illecita da erogazioni o finanziamenti pubblici». In questo contesto, la risposta dello Stato ha fatto registrare un «continuo e costante aumento delle applicazioni delle misure di prevenzione sia personali che reali», considerando che la Procura distrettuale di Catanzaro ha proposto l’applicazione di misure patrimoniali pari a oltre 67,4 milioni di euro, con 11 misure di prevenzione patrimoniale e 38 misure personali, di cui 28 soltanto antimafia. 

LA SITUAZIONE A REGGIO CALABRIA. Sono 19.942 i procedimenti penali pendenti complessivamente nei vari gradi di giudizio nel distretto di Corte d’appello di Reggio Calabria, di cui il 62% nei Tribunali in composizione monocratica, nel periodo compreso tra il primoluglio 2012 e il 30 giugno 2013. E’ uno dei dati emersi stamani nel corso della cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario. Gli imputati non detenuti sono 5.053. Nei procedimenti in corso davanti al giudice monocratico, gli imputati detenuti costituiscono il 4%, mentre il 95% risponde in stato di libertà. Nei Tribunali in composizione collegiale, il 61,6% degli imputati preferisce fare ricorso al giudizio ordinario e solo 1,1% opta per l’abbreviato. La scelta del giudizio ordinario è per il 55,6% dei casi anche dinanzi al giudice monocratico (4,6% l’abbreviato). I procedimenti contro ignoti nel registro Gip-Gup sono 3.819 casi, mentre i casi con indagati sono 12.819. Nelle Procure del distretto giudiziario, per l’anno considerato, i procedimenti penali pendenti sono 19.448. Nella sola Procura di Reggio, sono 7.626 le indagini per reati ordinari e di tipo mafioso. I procedimenti contro autori ignoti sono complessivamente 10.379 in tutto il distretto, mentre gli iscritti al registro delle notizie di reato sono 666. La Procura dei Minori, su 337 denunce sopravvenute, ne ha definite 303, ma restano pendenti ancora 240 casi in via di definizione. Sul fronte civile sono poco più di cinquemila i procedimenti pendenti dinanzi alla Corte d’Appello del distretto di Reggio Calabria. Le cause civili pendenti presso i Tribunali superano di poco quota 19 mila, mentre dinanzi ai giudici di pace i procedimenti sono 9.660.

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