X
<
>

Condividi:
5 minuti per la lettura

 

MATERA – Il mal d’Africa non colpisce solo dopo una vacanza, ma anche quando insieme al cuore, in quel luogo si lascia lo spirito. Lo conferma Nico Agatiello, una delle 30 persone che il 12 agosto scorso, come accade ogni anno, sono partiti alla volta della Nigeria per sviluppare tutte le iniziativa dell’associazione ”Azione verde – opera don Bonifacio”.
Un anno fra un viaggio e l’altro, forse non basta, ma la carica di entusiasmo e ottimismo che si riceve in cambio, è talmente notevole, spiega, che basta fino al prossimo appuntamento. «In Nigeria ti senti a casa, è un po’ come tornare nel ventri materano. L’Africa è la madre di tutti Continenti».
Educatori, medici e professionisti di differenti settori si sono mossi per raggiungere l’Africa e verificare lo stato dell’arte di strutture che stanno per nascere nello Stato di Imo in un’area che in passato era conosciuto come Biafra.
In ballo ci sono strutture per lo studio (tra cui università e scuole), sanitarie e educative nelle quali i ragazzi e bambini della zona potranno studiare, crescere e farsi curare.
Un progetto ambizioso che impegna i volontari da tempo e dove convogliano tutti i proventi delle iniziative dell’associazione.
«Il 13mo Viaggio della Speranza – spiega Agatiello – ci ha consentito di seguire i progetti di cui ci occupiamo a distanza tutto l’anno. In particolare la struttura che ospiterà scuola e università, un centro polifunzionale che si estenderà su 1700 metri quadri su quattro livelli che ospiterà anche l’Accademia per la scienza e la tecnologia per l’informazione. Abbiamo anche ultimato gli alloggi, la scuola materna e stiamo realizzando la seconda struttura, quella in cui si troveranno le aule didattiche e ai laboratori. I lavori procedono e sono stati ultimati già al 50%, ma dobbiamo ricordare che realizziamo tutto questo solo grazie a ciò che otteniamo con le attività di solidarietà». Quantificare economicamente l’impegno necessario, è impossibile: «Dovremmo dire che ci servono fondi illimitati – si lascia scappare Agatiello – ma in realtà non possiamo fare cifre, ma bisogna continuare con la raccolta di fondi».
Il paradosso della Nigeria, spiega ancora Agatiello, è legato al fatto che questo Paese non rientra tra le priorità comunitarie perchè essendo uno dei più grandi produttori di petrolio , viene considerata autosufficiente. «Invece quella risorsa viene sfruttata a danno della popolazione che ne trae alcun vantaggio. Per questo, come sta già accadendo, è necessario investire nei bambini di oggi che diventeranno la classe dirigente di domani per fare in modo che gestiscano meglio le loro risorse».
Ancora un po’ complicata la situazione legata alle strutture sanitarie: «Dobbiamo ancora realizzare il poliambulatorio e dunque – prosegue Agatiello – ci appoggiamo a quelle già esistenti».
Il gruppo di volontari materani (quella della città dei Sassi è la sede centrale dell’associazione, ndr.) era partito il 13 agosto scorso in piena emergenza Ebola, in una condizione di grande timore.
«I media annunciavano la presenza del virus anche in Nigeria ma al nostro arrivo ci siamo resi conto che la situazione non stava in questi termini. Non posso negare che alla partenza fossimo preoccupati ma si univano diversi aspetti a cominciare dalla motivazione della fede alla base di questa scelta che ci muoveva. La situazione, infatti, nello Stato di Imo era tranquilla; nessun caso di Ebola era stato segnalato. I Governi, comunque, stanno tenendo sotto controllo tutto. I casi denunciati sono ancora sotto osservazione per collegarli, nel caso all’Ebola. Ogni morte si teme che si debba ricondurre a questo virus, ma non è così. Abbiamo comunque attuato una campagna di prevenzione dal momento che la malattia si può contrarre anche con una semplice stretta di mano; per questo abbiamo puntato sulla sensibilizzazione all’igiene personale, misura fondamentale per evitare il pericolo».
Il viaggio dei volontari si è mosso non solo nella Diocesi cattolica di Orlu ma anche nell’Anandra State in cui si trovano altri volontari di Azione Verde.
Al Viaggio della speranza ha partecipato don Bonifacio Duru: «Per molti versi è il nostro garante, colui che conosce il territorio, i meccanismi che lo muovono. E’ il fondatore dell’associazione e proviene da quella diocesi, è il cuore pulsante di tutto. Il nostro progetto d’altronde ha consentito di avviare un contatto diretto e propositivo con il Governo locale e il Governatore. Vogliamo terminare la prima parte dell’iniziativa che coinvolgerà un’area di 7 ettari. Per questo l’attività in Italia è fondamentale».
Agatiello partecipa ai Viaggi della Speranza dal 2006 e, entusiasta spiega: «Il bello di questo progetto è l’approccio di totale apertura, accettazione e collaborazione. Quello che abbiamo realizzato è pari a tre volte ciò che facciamo in Italia. E’ la ricaduta esterna, infatti, quella che conta, è una spinta positiva. Noi percepiamo questo meccanismo, un aiuto che arriva dal luogo stesso».
L’adozione collettiva promossa dall’associazione rientra nella collaborazione e nel rapporto diretto con quella popolazione che è alla base della filosofia di Azione Verde.
«Le adozioni singole? Non ci piace immaginare il bambino da sostenere – conclude Nico Agatiello – ma la comunità a cui bisogna garantire il progresso. Il contributo che ci serve deve essere accompagnato dal desiderio di vedere dove vanno a finire quei soldi; chiediamo di venire in Nigeria con noi».
a.ciervo@luedi.it

 

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE