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LOCRI (RC) – – «All’ospedale di Locri quando per un fatto, quando per un altro, si rischia la vita ogni giorno». Sono le parole del sindaco di Locri Giovanni Calabrese che, raggiunto telefonicamente, ha commentato non senza preoccupazione la notizia del guasto dell’ascensore che due giorni fa ha causato il ferimento di una caposala del nosocomio cittadino (LEGGI LA NOTIZIA). 

«Ciò che è accaduto alla malcapitata infermiera – ha ribadito il primo cittadino di Locri – è la logica conseguenza di uno stato di abbandono e degrado in cui l’ospedale è stato lasciato per anni, senza che nessuno facesse nulla di concreto per risollevarne le sorti. Se la struttura deve rimanere così, senza personale e inadeguata allora si, meglio chiuderla. Lunedì si è sfiorata l’ennesima tragedia. E’ presto per valutare l’operato della nuova dirigenza della Regione Calabria, ma spero che Oliverio, dopo avere messo il rilancio della sanità tra le priorità della sua agenda politica, si occupi seriamente del problema di Locri». Oltre al sindaco Calabrese anche le organizzazioni sindacali con un comunicato hanno voluto commentare quanto successo all’ospedale. La nota, a firma della segreteria provinciale della Uil-Fpl rappresentata da Nuccio Azzarà, Nicola Simone e Francesco Politanò, punta sulla gestione dell’Asp. 

«La strategia dei vertici aziendali di Reggio Calabria – è indicato nel comunicato – a partire dalla ex manager Squillacioti e continuando con l’ex commissario Sarica fino all’odierno direttore generale (facente funzioni) Tripodi è stata elevata all’ennesima potenza per “depotenziare” l’ospedale spoke di Locri e la sanità della Locride, attraverso una scientifica pratica finalizzata a determinare carenze di personale medico ed infermieristico nei reparti strategici e fondamentali per la vita di uno ospedale, quali il Pronto soccorso, l’ortopedia, la radiologia, la rianimazione e la gastroenterologia. A questa opera di depotenziamento si aggiunge anche una “disattenzione” rivolta a sanare allarmanti deficienze strutturali da tempo note e per le quali lo Stato aveva già stanziato nel lontano 2000 adeguate risorse finanziarie (circa 40 miliardi di vecchie lire – odierni 20 milioni di euro) per la ristrutturazione dell’ospedale di Locri, fino ad oggi rimaste inutilizzate, tranne che per liquidare parcelle ai vari progettisti che si sono succeduti nel tempo. Quanto verificatosi il pomeriggio di lunedì 9 febbraio con l’ascensore precipitato dal secondo piano con all’interno una infermiera è la tragica dimostrazione del rischio che si corre all’interno della struttura ospedaliera, operatori sanitari e cittadini utenti a causa, appunto, della carenza / assenza di interventi manutentivi».

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