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MATERA – Viene sempre volentieri nella città dei Sassi, il procuratore generale della Corte dei conti, Michele Oricchio, che ieri mattina ha partecipato al convegno in Mediateca sulla nuova normativa di riferimento in materia di gestione ed amministrazione del denaro pubblico, destinato soprattutto agli addetti ai lavori, segretari comunali in primis. «Speravo di poter respirare l’aria di questa bella città, visto che a Salerno stamattina diluviava», ha detto Oricchio arrivando in piazza Vittorio Veneto con il prefetto Luigi Pizzi. Il Quotidiano lo ha raggiunto prima dell’avvio dei lavori, per capire come si stia evolvendo l’indagine partita una settimana fa alla provincia di Matera e quali possano essere i risvolti civili e penali di eventuali illeciti che la magistratura contabile ravvisasse. Il fascicolo civile, aperto per l’ipotesi di danno erariale, è ancora in fase istruttoria negli uffici competenti della Guardia di finanza di Matera, che potrà verificare parallelamente anche la sussistenza di eventuali reati di natura penale, facendo partire un altro procedimento presso la Procura materana. Quindi, qualora negli atti ci fossero evidenti estremi di reati penalmente rilevanti, nelle prossime settimane potrebbero materializzarsi anche provvedimenti di custodia cautelare, visti i rischi oggettivi di reiterazione del reato ed inquinamento delle prove (anche se per la maggior parte sono state già prelevate dai finanzieri). 

Dottor Oricchio, ha avuto modo di esaminare la documentazione prelevata dalla Guardia di finanza negli uffici di via Ridola?Cosa ci può dire sulla natura e le origini di questa indagine che non è di routine, come molti da Palazzo hanno affermato?
«Ci sono diverse denunce per danno erariale soprattutto sulla questione di rimborsi, noi abbiamo raccolto molto materiale anche di natura giornalistica, che abbiamo poi confrontato con il contenuto degli esposti, ripeto più di uno, che ci sono stati presentati. A questo punto abbiamo aperto il fascicolo delegando la Guardia di Fiananza, che è la nostra longa manus».

Avete avuto già modo di esaminare la documentazione, cosa sta emergendo?
«Per la verità ancora non disponiamo degli atti, che sono in fase di istruttoria al Comando provinciale della Guardia di finanza materana. Probabilmente, alla fine di questo convegno andremo al Comando per capire a che punto sia la pratica. Quindi è ancora tutto da verificare».

La magistratura penale non è stata ancora interessata su eventuali ipotesi di reato?
«Questo non saprei dirlo, perché abbiamo due canali paralleli; quando si formalizzano le istruttorie normalmente c’è una fase di scambio. Devo dire che spesso la Procura chiede ragguagli a noi per decidere se procedere, poi non si può escludere che qualche esposto sia finito anche al tribunale di Matera. Qui si parla dell’efficienza e correttezza nell’utilizzo delle risorse pubbliche, che potrebbe anche non costituire un reato penalmente rilevante, fermandosi all’eventuale danno erariale».

Che tempi avrà questa indagine?
«Vedremo di quanto tempo avrà bisogno la Guardia di finanza per farci una prima relazione sull’accaduto e poi gli sviluppi».

Cosa rischiano gli amministratori provinciali in caso di danno accertato all’Erario?
«Sotto il profilo erariale il risarcimento del danno, consistente nella reintegrazione del patrimonio dell’ente danneggiato, ovviamente con tutti gli interessi stabiliti dalla normativa di riferimento. Sostanzialmente la nostra è un’azione risarcitoria di tipo civilistico, ovvero: mi hai danneggiato perché hai preso tot che non ti spettava? Rimborsalo. Se si dovessero verificare ipotesi di natura penale, sarà la Guardia di finanza ad attivare d’ufficio un altro percorso, notificando la notizia di reato alla Procura della Repubblica. Ad un certo punto, ovviamente, i due procedimenti convergerebbero».

Sullo sfondo resta quantomeno la “stranezza” di vedere cifre oggettivamente sproporzionate sul sito web della Provincia: rimborsi benzina che sfiorano le 30mila euro l’anno, in alcuni casi 2.000 euro nel solo mese di agosto 2012. Dati oggettivi, che passeranno al vaglio della magistratura contabile per verificarne correttezza e legittimità, ma anche probabilmente di quella penale, perché si accertino eventuali notizie di reato, che potrebbero spaziare dal falso alla truffa.

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