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LOCRI – Magistrati, avvocati, costruttori, professionisti, uomini legati ai clan e l’ombra dei servizi, tutti uniti da un unico filo conduttore, i tabulati telefonici che si intrecciano e creano una serie di contatti inquietanti su molte vicende che hanno riguardato e insanguinato la Locride, e non solo, negli ultimi anni. Un vorticoso giro di telefonate che unisce persone di contesti apparentemente lontani e che invece risultano essere tremendamente vicine. L’integrazione alla richiesta di astensione del Giudice Maria Concetta Giannitti dal processo a carico di Gioacchino Genchi e di Luigi De Magistris, è un mescolarsi di figure professionali e fatti di cronaca che rendono ancora più inquietanti molte vicende giudiziarie che ancora sembrano avere dei misteri da sciogliere. Secondo quanto avrebbe rilevato Gioacchino Genchi durante le sue consulenze per la Dda di Reggio Calabria, consulenze che gli sono state affidate per cercare di fare luce su molti omicidi eccellenti avvenuti in Calabria, un magistrato del Tribunale di Locri, avrebbe avuto contatti con diversi soggetti finiti poi nelle indagini della stessa Distrettuale Antimafia. A leggere bene le carte depositate da Genchi si scopre ad esempio che il numero di cellulare intestato al magistrato avrebbe incrociato il numero di uno dei soggetti poi condannati per il delitto dell’onorevole Franco Fortugno. E sempre legato alle indagini sull’omicidio dell’ottobre del 2005 a Palazzo Nieddu, il magistrato di Locri monitorato da Genchi sarebbe stato più volte in contatto con una delle utenze in uso a Francesco Chiefari, l’ex poliziotto presumibilmente legato ai servizi e condannato in via definitiva a 13 anni di reclusione per avere piazzato due ordigni negli ospedali di Siderno e Locri, dopo avere anche indirizzato minacce alla vedova Maria Grazia Laganà e a Domenico Fortugno, fratello del vice presidente del consiglio regionale assassinato il 16 ottobre a Locri. Molte sarebbero anche le telefonate tra il magistrato ed un noto professionista di Marina di Gioiosa che avrebbe avuto contatti con il cellulare di Chiefari fin dal 2004, ma soprattutto, se i tabulati di Genchi non sbagliano, anche dopo l’arresto dell’ex poliziotto. E a quanto riporta Gioacchino Genchi nella sua istanza di richiesta di astensione le “relazioni pericolose” del telefonino del magistrato del Tribunale di Locri non finiscono qui. Infatti sarebbero centinaia, secondo i tabulati, le telefonate tra il funzionario dello Stato e un noto professionista impegnato nel settore delle costruzioni e degli investimenti immobiliari finito sotto indagine in alcune inchieste della Distrettuale Antimafia. Proprio in quelle intercettazioni sono emersi gli interessi e le attività imprenditoriali dell’indagato nel settore delle vendite immobiliari anche con riguardo alla costituzione e alla gestione di diverse società immobiliari e alberghiere, indicate nelle informative di polizia giudiziaria. Naturalmente resta da capire se tutte queste telefonate siano state effettuate dal magistrato stesso o da una persona a lui vicina che ne ha utilizzato la sim. Ma nelle carte di depositate al Tribunale di Roma da Gioacchino Genchi tornano alla ribalta ancora i riferimenti al giallo delle presunte pressioni su Domenico Novella perchè non si pentisse. Una vicenda che ha visto avvocati e magistrati della Distrettuale Antimafia in contatti telefonici costanti proprio nelle ore in cui Novella stava per rendere le sue prime dichiarazioni sui fatti legati all’omicidio Fortugno. Tabulati che si incrociavano proprio quando il pubblico ministero che aveva in carico l’indagine sul delitto di Palazzo Nieddu si stava recando a Cuneo per interrogare il giovane pentito di Locri. Sulla fuga di notizie che anticipò quella collaborazione ci fu anche una sfuriata del numero uno dell’ antimafia Piero Grasso. 

 

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