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VIGGIANO – Ha sessantanni e stava lavorando a diversi metri di altezza, sul ponteggio di un’impalcatura dove si stavano svolgendo delle operazioni di tubature, l’operaio siciliano che ieri mattina è caduto sul cantiere del Centro Oli di Viggiano.
Un incidente grave che però, per fortuna, non ha avuto risvolti tragici: l’uomo ha riportato diversi ferite, in particolare agli arti inferiori, e un trauma cranico, ma è fuori pericolo di vita. Immediati i soccorsi dei sanitari del 118, allertati dai colleghi dell’uomo: l’operaio è stato prima trasportato all’ospedale di Villa d’Agri e successivamente al San Carlo di Potenza, dove è tutt’ora ricoverato.
E’ un operaio della ditta Irem Spa, azienda di Siracusa operante nel settore delle costruzioni meccaniche, che lavora al Centro Oli con contratto di subappalto.
Le cause che hanno determinato l’incidente sono ancora tutte da accertare: i carabinieri della compagnia di Viggiano hanno delimitato l’area in cui è avvenuto il fatto per fare i dovuti rilievi.
Almeno da quanto è emerso fino a ora e dalle testimonianze raccolte, sembra che l’uomo fosse munito di tutti i dispositivi di sicurezza personale.
Resta da capire, quindi, cosa abbia determinato il volo di circa sei metri. Sotto accusa sarebbero finiti anche i turni di lavoro a cui gli operai sono sottoposti. Ma Eni – che si è detta rammaricata per quanto accaduto – sottolinea che si tratta del primo incidente avvenuto nel Centro Oli da quando sono partiti i lavori sulla quinta linea.
E nel frattempo, su quanto accaduto ieri mattina è intervento Giuseppe Cillis, della Cgil di Potenza. «Aspettiamo l’esito di tutti gli accertamenti che ci auguriamo facciano piena luce. La cosa più importante che l’operaio non sia in pericolo di vita. Ma alcune riflessioni sono necessarie: innanzitutto è impensabile che un uomo di 60 anni debba lavorare ancora come un trentenne su un’impalcatura di sei metri.
Ecco perché è necessaria una riforma previdenziale sui lavori usuranti, che tenga conto delle particolarità di determinati mestieri, che non possono essere considerati al pari degli altri».
Ma per Cillis la questione è anche un’altra: «Non abbiamo ancora elementi sufficienti per un’esatta valutazione, ma molto spesso accade che a regolare il meccanismo dei subappalti sia il criterio del “fare cassa”. Una corsa al risparmio che si gioca tutta sulla pelle dei lavoratori».
Il segretario della Cgil fa anche riferimento anche alla raccolta firme promossa dal sindacato nazionale per una legge sugli appalti in grado di garantire tutti i diritti degli operai, compreso e soprattutto quello alla sicurezza.

m.labanca@luedi.it

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