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POTENZA – Una cifra netta: 932. È il numero di incidenti stradali accaduto in Basilicata soltanto nel 2012. Un bilancio nerissimo: 49 morti in un anno e 1604 feriti coinvolti. A rivelarlo è un rapporto dell’Aci-Istat, che ha consegnato l’ennesimo record negativo alla piccola regione del Sud. L’indice di mortalità da queste parti, ovvero i decessi ogni 100 incidenti è del 5,26% il più alto fra le regioni italiane.

In pratica quello che dice l’Istat è il ritratto impietoso di una regione dove viaggiare in auto, principalmente sulle strade extraurbane, è estremamente pericoloso. Sono 527 gli scontri sulle strade della provincia di Potenza e 405 nella zona del materano sono il requiem della viabilità e dello stato delle infrastrutture primarie in Basilicata. La questione è stata ripresa ieri da Rossella Cadeo sul Sole 24 Ore, limitandosi però al solo dato nazionale. In ogni caso questi numeri arrivano dai rapporti dei corpi di polizia, c’è quindi tutta un’altra parte che non è stata calcolata, ovvero di chi si rifiuta di chiamare le forze dell’ordine. Ed ecco che la Basilicata si conquista i primi posti, assieme a Val d’Aosta ed Emilia-Romagna dove il tasso di mortalità è tra i più alti: 85 in Basilicata, 86 in Val d’Aosta e 85,9 in Emilia-Romagna.

Ma perché è così difficile percorrere in auto questa regione. I motivi sono diversi, ma c’è una costante da tenere presente: molte di queste strade sono in perenne manutenzione o rimaste abbandonate a se stesse. Un caso potrebbe essere quello della tragedia consumata durante un violento nubifragio agostano sulla strada di collegamento tra Craco e Pisticci. Una donna travolta dalle acque di un fiume in piena straripato sulla strada. E questo è un cosiddetto “caso limite” dovuto ad un evento di calamità naturale: sulle strade, però, si muore ogni giorno. Poco tempo fa si è registrato un incidente non grave sulla strada provinciale 4 “Cavonica”.

Colpa del manto stradale scivoloso. E poi a Stigliano, dove la nebbia e l’assenza di segnaletica orizzontali hanno causato lo sbandamento di un’auto poi finita in un canale di scolo. O, ancora, il tragico incidente sulla Bradanica, con un giovane di Ferrandina rimasto ucciso nello stesso istante in cui, sulla potenza-Melfi moriva un’altra persona e ne rimaneva ferita una terza.

Sono numeri che suonano quanto il bilancio di una guerra, perché a quanto pare non esiste nessun luogo di questa regione che può ritenersi sicuro dal punto di vista stradale. E questa è una cosa che dovrà assolutamente occupare la nuova politica lucana. Si dovrà occupare del viadotto “Calciano 2” che ancora risulta crollato e senza lavori iniziati, dell’insicuro viadotto “Molino”, della 407 e della E847. Tutte arterie che hanno bisogno di nuova manutenzione (se non un radicale studio sul cambio dei percorsi almeno nei tratti più pericolosi). Ma allora che fine hanno fatto i fondi Fesr? tutta quella valanga di denaro pronta per essere spesa per lavori di messa in sicurezza? Qualche giorno fa è stata l’Ugl a denunciare l’immobilismo che da tempo aleggia su questa regione.

«Perché non si vuole indagare – scriveva l’Ugl – sulle responsabilità dei tecnici e degli amministratori che dovevano e devono controllare, manutenere, aggiustare? Perché non si applica nessun peso di responsabilità nel vedere se esisterebbero risparmi dal sapore “tangentizio” sulla qualità dei materiali utilizzati nei lavori pubblici?».

Alle strade extraurbane poi si aggiungono anche quelle provinciali. Primo caso è la Ginestra –Barile con tratti dove da tempo non si effettua manutenzione delle cunette di scolo, risultante tutte quante piene quindi a rischio allagamento almeno un chilometro. Segue la Sp 4, dove ancora si registrano frane. E poi il collegamento tra San Severino Lucano e Viggianello, con lavori fermi dall’inverno scorso. Lavori per 10 milioni e 710 mila euro nell’ambito dell’intesa Regione Basilicata – Provincia di Potenza del novembre 2009, sono ripresi con la sistemazione di tre importanti frane presenti sulla strada. Quelli citati sono tutti quanti sinistri avvenuti negli ultimi mesi, e con il maltempo le cose vanno lentamente peggiorando. Ecco un importante punto di partenza per i prossimi cinque anni di politica. Si apriranno più cantieri? O troveremo più strade nella lista delle “grandi incompiute” del prossimo anno?

v.panettieri@luedi.it

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