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L’indagine ha portato anche al sequestro di 1300 ettari di bosco per l’accertamento della legna prelevata

COSENZA – Torna nell’occhio del ciclone l’azienda in house della Regione “Calabria Verde”. Due dirigenti, infatti, sarebbero indagati dalla procura della Repubblica di Castrovillari assieme ad un perito agrario e due titolari di ditte boschive nell’ambito di un’inchiesta che oggi ha portato il Corpo forestale dello Stato al sequestro di 1.300 ettari (ovvero un milione e trecentomila metri quadrati) di bosco nella zona di Bocchigliero.

Nello specifico, secondo quanto ipotizzato dagli inquirenti, sarebbe stata attestata falsamente la presenza su terreni ricadenti nel Parco nazionale della Sila di un quantitativo di legname molto inferiore rispetto a quello reale con enormi benefici per una ditta che ora è accusata di furto aggravato.

Una situazione analoga era stata scoperta alcuni mesi fa (LEGGI LA NOTIZIA)

 

Tutti gli altri indagati devono rispondere del reato di falsità materiale e ideologica. In particolare, il perito agrario indagato ha stimato che dalle zone indicate si potevano ricavare 5.300 quintali di legna mentre secondo un altro perito in realtà la stima sarebbe prossima ai 200mila quintali. Notevoli discordanze sono state rilevate tra la stima del materiale legnoso prelevato dalla ditta a fronte di due concessioni, che riguardavano la rimozione di legname danneggiato dalle intemperie, e di quanto rilevato nella relazione di servizio di uno dei dirigenti di Calabria Verde indagati. Alcuni operai hanno confermato inoltre la presenza di numerose squadre di prelievo su terreno regionale e in un caso anche in una zona ricadente nella riserva biogenetica dello Stato, con il prelievo di legname in quantità superiori rispetto a quelle dichiarate. 

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