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POTENZA – Resterà in carcere con l’accusa di omicidio volontario plurimo Basile Munteamo, il 28enne rumeno ma residente a Montalbano Jonico, che è indagato per la morte di Romano Russo e Domenico Raimondi. Mentre l’amico che era con lui ed è anche il proprietario dell’auto killer, Costantin Scripariu, 25enne sempre residente a Moltalbano, rischia un processo per autocalunnia.
Lo ha deciso il gip di Potenza che ha convalidato l’arresto disposto dal pm Francesco Diliso poche ore dopo il terribile incidente di domenica mattina, quando era ancora ricoverato in ospedale.
Secondo il magistrato che ha coordinato il lavoro dei militari della compagnia di Viggiano Munteamo, senza patente e con un tasso alcolemico altissimo nel sangue, si sarebbe messo alla guida consapevole dei rischi per sé e per chiunque si fosse trovato a incrociare la sua strada. Di qui l’accusa di omicidio volontario, con quello che in gergo viene chiamato «dolo eventuale».
Stando alle ultime ricostruzioni della dinamica dell’incidente, il 28enne avrebbe imboccato la strada di collegamento tra Anzi e Calvello, dove lavorava come agricoltore, lanciandosi a 150 chilometri all’ora su una striscia d’asfalto larga quanto basta a far passare due auto. Dopo aver perso in controllo in una semicurva avrebbe invaso la corsia di marcia opposta per evitare di finire su un muretto. A quel punto il suv che procedeva davanti la Panda con l’avvocato Russo, 56 anni, e il suo amico Raimondi, 34 anni dipendente di un’azienda agricola, si sarebbe scansato uscendo di strada, e i per i due cacciatori non c’è stato scampo.
Secondo il pm Diliso ci sarebbe il concreto pericolo di fuga di Munteano. Ma nell’udienza di ieri davanti al gip il magistrato ha parlato anche del rischio di inquinamento probatorio da parte del 28enne rumeno e del suo connazionale di tre anni più giovane, Costantin Scripariu, impiegato nella stessa azienda agricola di Calvello, che una volta arrivato al Pronto soccorso ha raccontato di essere stato lui a condurre l’auto, che è comunque di sua proprietà.
Probabile che sia stato per difendere l’amico, che aveva bevuto molto di più ed era senza patente. Inoltre era stato già segnalato tempo fa proprio per guida senza patente dai carabinieri di Siena.
Ad ogni modo è stato solo grazie alla testimonianza di uno degli agenti del 118 intervenuti sul luogo dello schianto che gli investigatori sono riusciti a riscostruire l’esatta posizione dei due. Avendo lavorato per estrarli dalle lamiere della Peugeot con cui stavano viaggiando a folle velocità non ha avuto esitazione di fronte alle loro foto indicando Munteano come quello che si trovava al volante.
Per questo adesso Scripariu è indagato per autocalunnia, e potrebbe finire a processo assieme all’amico a Catanzaro, dove il caso sembra destinato ad essere trasferito per competenza dal momento che Russo era il marito di un magistrato in servizio nel Tribunale di Potenza.
Domani, intanto, il pm ha disposto dei nuovi test sul sangue e le urine di Munteano, prelevate all’arrivo al Pronto soccorso.
La sua iscrizione nel registro degli indagati per omicidio volontario, e non colposo come avviene più spesso nei casi di “omicidio stradale”, si fonda proprio sul dato della quantità d’alcol riscontrata al momento dei primi test. Quindi il magistrato ha disposto di ripetere gli accertamenti nel tentativo di fugare ogni possibile dubbio.
Di fronte al gip Munteano si è avvalso della facoltà di non rispondere.

l.amato@luedi.it

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