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REGGIO CALABRIA – La squadra mobile di Reggio Calabria e personale del commissariato Siderno stanno conducendo un’operazione per l’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di presunti affiliati alle cosche Cataldo di Locri, Bruzzese-Fuda-Andrianò i Grotteria e Alvaro di San Procopio, responsabili, secondo l’accusa, di estorsioni negli appalti per i lavori di ammodernamento della strada statale 106. Nell’inchiesta, coordinata dalla Dda di Reggio Calabria, sono contestati, a vario titolo, i reati di associazione mafiosa, estorsione aggravata, intestazione fittizia di beni ed illecita concorrenza con violenza e minaccia. La stipula di un contratto di noleggio di un escavatore con la ditta «gradita» alla ‘ndrangheta e l’assunzione di esponenti della cosca o di altri soggetti ad essa vicina. Anche questo era un modo per le cosche per mettere le mani sui lavori di ammodernamento di alcuni tratti della strada statale 106. L’episodio è emerso dalle indagini che stamani hanno portato la polizia ad arrestare i cinque presunti affiliati a cosche della fascia ionica reggina. L’estorsione, secondo l’accusa, è stata commessa dalla cosca Bruzzese-Fuda-Andrianò di Grotteria nell’ambito dei lavori in corso sul tratto a Grotteria, in contrada Marcinà.

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