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POTENZA – In mezzo al guado, c’è l’informazione. Vale in generale, vale un po’ di più per quella lucana. Che in un rapporto voluto dal Formedia, con il contributo di Regione Basilicata e Corecom, redatto da Pantaleone Sergi, affronta fattori vecchi e nuovi di resistenza. Si spera di ripartenza.

«Ci siamo chiesti se esista una questione meridionale dell’informazione e se in questa – ha detto ieri durante la presentazione del volume, a Potenza, il presidente del ForMedia Renato Cantore – ci sia un caso lucano».

Dall’indagine curata dallo storico inviato de La Repubblica viene fuori un quadro in cui si mescolano segni di crisi e segni di eccellenza. Lo dice lo stesso Sergi: il viaggio nell’informazione lucana, a dieci anni di distanza dall’ultimo rapporto, propone un catalogo di contraddizioni. Grande capacità di affrontare la sfida digitale, ma difficoltà sulle infrastrutture di rete; pochi lettori, ma numeri alti per professionalità e prodotti del settore.

«Un affresco», racconta l’autore, dello stato di salute della stampa lucana, tra rigore delle cifre e analisi empirica. «Il punto è che se il giornalismo non sta bene, a essere in pericolo è la dinamica democratica – continua Sergi – In dieci anni, con un 28% di copie in meno, il sistema è rimasto simile. Significa, allora, che c’è qualcosa di buono».

Tre quotidiani, alcuni periodici, l’Ansa, un sistema di network televisivi e digitali che si stanno diffondendo, la redazione Rai, diversi siti. E poi la distribuzione: il limite principale è l’orografia, diffondere i giornali in alcuni paesi risulta antieconomico. In più della metà del territorio, fa notare Oreste Lo Pomo, caporedattore Rai Basilicata, non arriva neanche il segnale del digitale terrestre.

Si innesta in questo contesto il ruolo dell’ente pubblico, della Regione Basilicata, in particolare, dotata di strutture ed editore di numerosi prodotti. Un concorrente capace di fagocitare l’informazione locale? Un rischio, in caso di sostegno, per l’autonomia dei giornalisti?

A Giuseppe Fiorellini,  vicepresidente dell’Associazione della Stampa, spetta l’augurio per nuove esperienze. «Da giornalisti, con il diffondersi di Internet, non siamo più gli unici a dare le notizie – aggiunge Mimmo Sammartino, presidente dell’ordine – Cambiato il ruolo, resta il tema della qualità».

La riflessione finale spetta proprio al presidente uscente della Regione, Vito De Filippo. «Mi sono sempre chiesto se il “fare tanto” sul versante informativo da parte della Regione sia davvero una forma di competizione». De Filippo fa notare che a voler guardare il dato complessivo «c’è forse qualcosa che non va nella rilevazione dei dati. Come è possibile – chiede – che nella regione con il sistema scolastico più avanzato, con una produzione editoriale enorme si legga così poco?». E la stampa lucana sta in questo contesto di contraddizioni, mentre prova a inseguire il percorso positivo in cui continuare a sperimentare «il buono».

s.lorusso@luedi.it

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