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POTENZA – Sono donne oramai. In tante hanno messo su famiglia, ma non hanno dimenticato Elisa, «una sorella» per tutte loro, e nemmeno quel ragazzo che aveva il vizio di tagliare le ciocche di capelli sugli autobus che portavano gli studenti a casa dopo la scuola. In mattinata il suo nome verrà pronunciato solennemente dai giudici della Corte di Winchester per l’inizio dell’ultima fase del processo per l’omicidio di una sartina di Bournemouth, nel Dorset. Danilo Restivo è accusato di quel crimine atroce, commesso nel 2002, come della morte di Elisa, nove anni prima. Lungo il filo che unisce i drammi delle due famiglie ci sono loro, quelle ragazze diventate donne, e nelle prossime udienze toccherà a loro raccontare dei trascorsi potentini di Restivo, quel vizietto che per gli investigatori inglesi è diventato la firma di un assassino scrupoloso e maniacale.
È per questo che è stata predisposta la videoconferenza con la Questura di Potenza. I magistrati del Crown prosecution service ad aprile hanno ottenuto un rinvio del momento in cui dovranno depositare gli elementi a sostegno dell’accusa per acquisire anche gli elementi dell’incidente probatorio per il caso Claps, che si è appena concluso a Salerno. Si sono fatti spedire gli elaborati del Ris, dell’antropologa forense Cristina Cattaneo, e della paleontologa Eva Sacchi, che hanno permesso di ricostruire nel dettaglio la dinamica degli eventi accaduti nel sottotetto della chiesa della Trinità il 12 settembre del 1993.
Restivo si è trasferito in Inghilterra da circa dieci anni, appena ha finito di scontare la condanna per false testimonianza proprio in relazione ai suoi spostamenti il giorno della “scomparsa” di Elisa. Nel Regno Unito non c’è venuto molto perchè le sue manie venissero a galla. Si chiama “bad character evidence”, che significa “prova di una personalità cattiva”, e ha fatto ingresso nell’ordinamento inglese nel 2003 sull’onda emotiva di una serie di episodi che avevano destato sconcerto nell’opinione pubblica d’oltremanica. In questo senso i racconti dei trascorsi potentini di Restivo potrebbero diventare vere e proprie prove a suo carico.
In sostanza per valutare la pericolosità di un soggetto vengono prese in considerazione non solo le sentenze passate in giudicato, ma anche delle semplici circostanze di fatto.
Tra i periti incaricati del caso Claps sia il medico legale Francesco Introna, che l’antropologa forense Cristina Cattaneo, hanno evidenziato che chi ha ucciso Elisa le ha tagliato addirittura otto ciocche di capelli.
Oggi in udienza a Winchester ci saranno anche i familiari di Elisa, oltre a quelli della sartina di Bournemouth. La 48enne Heather Barnett, venne uccisa nel bagno della propria abitazione quel 12 novembre del 2002. Restivo sino ad oggi ha negato ogni cosa: lui, tanto di quest’omicidio che di quello di Elisa Claps, dice di non saperne nulla. Il verdetto del giudice è atteso entro le prossime otto settimane. Questa è la durata del processo stabilita secondo i criteri della “common law”, il sistema giuridico in vigore nel Regno Unito. Non un minuto di più.
Gli interrogativi che ancora aspettano una risposta sono parecchi. E sebbene a Winchester si tratterà del solo caso Barnett, si assisterà a diversi intrecci con la vicenda di Elisa. Restivo era stato fermato due volte, prima nel 2004 e poi ancora nel 2006, dai detective della Dorset Police ma in entrambi i casi era stato rilasciato senza nessuna incriminazione. A Bournemouth, la cittadina del sud dell’Inghilterra dove risiedeva la Barnett e dove Restivo si è trasferito nel 2001, aspettano dunque da nove anni la soluzione a quello che è considerato come uno dei delitti più odiosi mai commessi nella zona. Una lunga attesa che si sovrappone a quella dei parenti di Elisa.
Il cadavere della donna straziato e mutilato, scoperto dai figli di lei al ritorno da scuola, presentava una strana incongruenza: teneva fra le mani due ciocche di capelli tagliate via, non strappate, delle quali è tuttora sconosciuta l’origine.
Danilo Restivo abitava nella casa di fronte a quella di Heather Barnett, nel quartiere di Charminster e i due si conoscevano bene perché, stando alle testimonianze dei vicini di casa, Restivo era andato a casa di lei per commissionarle alcune tende da confezionare.
Gli investigatori hanno cominciato a sospettare di lui quando il capo della squadra anticrimine della Polizia del Dorset, Phil James, stabilì un collegamento fra il suo nome e una denuncia fatta dalla vittima pochi giorni prima di essere assassinata. Heather Barnett era andata a denunciare il furto di un un mazzo di chiavi, precisando che era sparito dalla sua abitazione in coincidenza proprio con la visita di Restivo.

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